Carissime concittadine e concittadini, rappresentanti politici della nostra città, dopo 8 mesi da una corrispondenza con il Direttore Generale, il quale mi aveva minacciato di denunciarmi per la diffusione di false notizie sulla nostra situazione ospedaliera, non mi rimane che questo ultimo appello prima che il nostro Ospedale prenda un altro nome, dopo di che’ non mi rimane che appellarmi alla Madonna di Siponto che onoriamo in questi giorni.
Sono certo che dopo questa mia lettera la Dirigenza dell’ASL assicurerà nuovamente i nostri rappresentanti politici che quello che andrò a esporre non sarà vero. Mi sembra come il consulto di grandi professoroni che al capezzale di un paziente assicurano i parenti che guarirà e invece dopo poco tempo il paziente muore. Se non credete a me vi invito a farvi una passeggiata in ospedale per vedere con in vostri occhi ciò che e’ rimasto di quello che era comunque un ospedale di riferimento per i nostri cittadini (come avevo accennato nell’ultima lettera nel lontano 1971 avevamo 143 posti con reparti funzionanti di Medicina, Chirurgia, Ostetricia, Ortopedia, Pediatria e con annessi vari servizi).
Oggi si parla tanto, ci si lava la bocca da parte di tanti politici sul concetto di equità’ (equità fiscale, equità’ sociale, ecc..) ma chissà perché nella nostra ASL non si parla di equità ospedaliera. Non parliamo poi del concetto di dignità. Ultimamente e’ partorito un decreto dignità, ma dove sta la nostra dignità se poi ci trattano da cittadini di serie b. Mi spiego meglio. Mentre Manfredonia continua a chiudere reparti e servizi, gli altri due ospedali, quello di Cerignola e quello di San Severo continuano a sopravvivere così com’erano prima anche se in non poche difficoltà pure loro. Non vogliamo fare campanilismo. Vogliamo solo chiedere che si facciano le cose giuste per tutti. I cosiddetti grandi esperti dicono che bisogna risparmiare (sulla pelle dei cittadini naturalmente). Intanto pubblicassero l’enorme spesa che l’ASL sopporta per la mobilità passiva per i nostri reparti chiusi o semichiusi… e poi facciamo i conti di quanto si sarebbe speso per far funzionare al meglio i nostri reparti. Non parliamo poi del disagio dei cittadini che per semplici prestazioni sono costretti a spostarsi in altre città. Ma, ripeto, non vogliamo fare campanilismo. E’ giusto rispettare gli altri ma e’ altrettanto giusto fare rispettare i nostri sacrosanti diritti.
Il Direttore Generale otto mesi fa aveva assicurato i nostri politici che si sarebbero espletati i concorsi per la copertura dei posti vacanti in Ortopedia, in Anestesia e Rianimazione, ecc….
L’Ortopedia ha ancora solo due ortopedici ed è stata chiusa per i due mesi di luglio ed agosto (con una forte mobilità passiva… altro che risparmio!!!) e non si sa se riesce ad aprire a settembre nonostante l’abnegazione dei due ortopedici a tenere aperto l’ambulatorio per non far mancare il minimo di assistenza. Ieri in ambulatorio c’erano una trentina di pazienti che aspettavano il loro turno con il solo primario che svolgeva con abnegazione il suo lavoro. L’ambulatorio di Ostetricia è a rischio di imminente chiusura, così come sono a rischio altri servizi permanenti.
Il servizio di Anestesia in questi mesi non solo non è stato rinforzato ma ha perso qualche unità (il primario).
Adesso, come l’altra volta il D.G. minaccerà di denunciarmi per fuga di notizie false. Ebbene sono orgoglioso di essere denunciato per notizie vere “non false” e per aver difeso il nostro ospedale dove ho lavorato per 40 anni e che adesso mi vergogno di vederlo in questo stato comatoso. Ma oltre alla vergogna sono addolorato. Dopo 46 anni si sono fatti passi indietro grazie alla politica economica in campo sanitario pensando di voler risparmiare. Mi ricordo la famosa favola del padrone di un asino che aveva abituato il suo animale a mangiare sempre meno ed era contento di risparmiare fino a quando l’asino poi è morto.
Un altro appello al Presidente Emiliano: Caro Presidente, se lei si ritiene veramente un politici democratico chieda all’Assemblea dei Sindaci del territorio della nostra ASL almeno due o tre nominativi da proporre come Direttore Generale e che risponda ai rappresentanti del territorio e non a Lei e comunque rispettando limiti del bilancio dell’ASL o dobbiamo credere che nella provincia di Foggia non ci sono dirigenti capaci di dirigere un’ASL? Questo modo di agire vuol dire amministrare democraticamente e non essere imposti direttori dall’alto.
Chiedo ai nostri politici di interfacciarsi con gli altri rappresentanti del territorio (in particolare di Foggia, Cerignola, San Severo, Lucera, Monte Sant’Angelo ecc..) per riprogrammare loro un piano di riordino ospedaliero della nostra ASL con l’aiuto di esperti capaci e che sappiano mettere al primo posto l’ammalato. E’ bene che la politica si riappropri della sua mission, della sua funzione e non deleghi più ai soli tecnici la facoltà di decidere su questioni importanti come la salute.
Negli ultimi tempi si è sempre detto fuori la politica dalla sanità. Ma è proprio vero? Ma chi nomina i responsabili delle ASL non è forse un politico solo al comando che fa quello che decide solo lui? E abbiamo visto i risultati negativi rispetto a quando si decideva in modo collettivo. Non credo ci sia qualcuno che crede la situazione odierna migliore della precedente. Basta vedere i risultati.
Mi fermo qui anche se ci sarebbero da mettere in evidenza altre disfunzioni, come per esempio che in Radiologia non si effettuano prestazioni ecografiche per una sonda non funzionante da tempo o altri piccoli disguidi.
Carissimi concittadine e concittadini, è in gioco il futuro non solo dell’ospedale ma di tutta l’attività sanitaria della nostra città. Cerchiamo di difendere i diritti elementari della nostra salute o sarà troppo tardi.
Resto a disposizione di chiunque voglia intraprendere iniziative.
Dr. Michele Troiano
Caro Michele, con tutto il rispetto che ho per te e per la tua grande passione per i problemi sociali, desidero capire perché in questa brutta faccenda siano assenti i nostri rappresentanti ufficiali, forse perché non sono ufficiali le notizie di cui tu parli, ma se i sospetti sono comunque fondati e prova ne sia la lenta e graduale inefficienza del servizio, perché non se ne fa partecipe la popolazione che è poi la vittima sacrificale di questo sopruso ? Dove sono i nostri rappresentanti istituzionali? dove sono le nostre forze sociali (partiti politici, sindacati organizzazioni di categoria), forse aspettano l’ufficialità delle notizie, ma la realtà è comunque li in ospedale e quantomeno in mancanza di ufficialità qualche dubbio potrebbe essere più che giustificato, o dobbiamo dedurre che non interessa il problema? Beh caro Michele in tal caso penso sia molto difficile farsi rispettare.