Il “Trash mob” esagerato di Legambiente a Peschici (Fg):
in spiaggia arrivano stoviglie usa e getta giganti
Oltre il 90% dei rifiuti trovati sulle spiagge pugliesi è plastica
Legambiente: “È necessario mettere in atto strategie mirate a ridurre beach litter e marine litter, contribuendo così all’attuazione della Direttiva europea sulla Marine Strategy. Chiediamo alla Regione Puglia un tavolo tecnico per l’attuazione del fishing for litter per la prevenzione, la gestione e il riciclo dei rifiuti trovati in mare”
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Scopri la campagna su www.usaegettanograzie.it
Un enorme piatto, posate, una bottiglia e una mega cannuccia. Tra lo stupore dei bagnanti sono comparsi usa e getta giganti: a portarli in spiaggia i volontari di Legambiente che, questa mattina, hanno organizzato un “trash mob esagerato” sulla spiaggia di Peschici, presso il Lido Onda Beach nella Baia di Peschici, in occasione dell’ultima tappa pugliese della Goletta Verde.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini attraverso il concetto di “esagerato”, come l’impatto che gli usa e getta, se non smaltiti correttamente, hanno sull’ambiente per decine e centinaia di anni, senza scomparire mai del tutto, frammentandosi in miliardi di microplastiche che raggiungono facilmente il mare finendo col contaminare la catena alimentare.
Per questo è nata “Usa e getta, no grazie”, la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione lanciata da Legambiente per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta, per stimolare il cambiamento spontaneo di abitudini dei cittadini e un intervento più deciso dei governi per arginare un problema di portata globale come il marine litter.
I numeri dei rifiuti usa e getta censiti da Legambiente sulle spiagge italiane rendono in modo chiaro la gravità del problema. Su 78 spiagge monitorate nel 2018, un’area pari a 60 campi da calcio, i volontari dell’associazione hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni 100 metri. Di questi l’80% è plastica e ben un rifiuto su tre è stato creato per essere gettato immediatamente dopo il suo utilizzo e appartiene alle categorie di bottiglie e tappi, stoviglie, buste rinvenuti sul 95% delle spiagge monitorate. Dall’inizio dell’anno a oggi, i volontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendo circa 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila tra piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica.
“L’usa e getta viene usato per pochissimo tempo ma ha un elevatissimo costo per l’ambiente, una sproporzione difficilmente percepibile nella vita di tutti i giorni – spiega Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde – Ecco perché è necessario accrescere la consapevolezza dei consumatori, i quali attraverso le proprie scelte di acquisto e il proprio lo stile di vita possono contribuire in maniera decisiva nella lotta all’inquinamento da plastica. È fondamentale poi che l’Italia anticipi la direttiva europea sul monouso di plastica, proponendo obiettivi più ambiziosi e restrittivi, attraverso la messa al bando delle stoviglie di plastica. Le ordinanze già deliberate in autonomia da alcuni comuni dimostrano che vietare gli usa e getta è possibile da subito. Non dimentichiamo che la principale causa del marine litter è proprio l’usa e getta di plastica, ecco perché bisogna lavorare sia per ridurre e prevenire il flusso costante dei rifiuti che arrivano in mare sia per individuare una strategia per la rimozione dei rifiuti spiaggiati e affondati prima che sia troppo tardi”.
Stando agli ultimi dati dell’indagine Beach Litter in Puglia, su un’area complessiva di 54.400 metri quadrati, i volontari di Legambiente hanno riscontrato una media di 516 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, per un totale di 3093 rifiuti. La plastica si conferma il materiale più presente con il 92% degli oggetti rinvenuti, seguita da carta/cartone (2,3%), vetro/ceramica (2,1%) e metallo (1,3%). Per 4 spiagge su 6 la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati. Il 73% dei rifiuti registrati sulle spiagge pugliesi sono rappresentati da 10 tipologie di oggetto: tappi e anelli di plastica, bottiglie e contenitori di plastica per bevande, bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica e pezzi di polistirolo. Il 6% dei rifiuti monitorati è costituito da cotton fioc, con una media di 30 bastoncini cotonati ogni 100 metri. La loro presenza è stata registrata sui 2/3 delle spiagge monitorate (4 spiagge su 6). Le reti per la coltivazione dei mitili, invece, sono presenti in 5 spiagge su 6, occupando il terzo posto della classifica regionale degli oggetti più ritrovati sulle spiagge.
Sul fronte delle microplastiche in mare, i risultati dei monitoraggi condotti in questi anni da Arpa Puglia, come previsto dalla Direttiva Europea sulla Marine Strategy, mettono in evidenza che le densità delle microplastiche nel Mar Adriatico pugliese cresce notevolmente a 10 km dalla costa, per aumentare ancora a 20 km dalla costa. In particolare, nella zona a nord del Gargano, a Foce Capojale, si registrano elevate densità di microplastiche.
A tal proposito, Legambiente Puglia lo scorso aprile ha depositato presso la Procura di Foggia un esposto/denuncia contro ignoti, relativo al fenomeno dei rifiuti marini sulle spiagge del Gargano. Queste ultime, infatti, non sono immuni dal fenomeno del beach litter, anzi sono veri e propri punti di accumulo di rifiuti marini a causa della conformazione geomorfologica della costa garganica, delle correnti dell’Adriatico ma anche delle attività di pesca e acquacoltura. Tra i rifiuti monitorati sul Gargano, spiccano proprio le calze per la mitilicoltura: l’80% di queste è stato rinvenuto sulla sola spiaggia “Isola di Varano”, nel comune di Ischitella (Fg).
Per tutelare le cosiddette perle dell’Adriatico dal fenomeno del beach litter e marine litter, il sindaco delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, ha firmato un’ordinanza con la quale, dallo scorso 1° maggio, mette al bando contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili.
“Auspichiamo che anche altri sindaci seguano l’esempio del primo cittadino delle Isole Tremiti vietando l’uso di stoviglie usa e getta in plastica, visti i gravi danni che i rifiuti finendo in mare e sulle coste arrecano all’ambiente, alla biodiversità marina ma anche all’economia e al turismo – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – La cattiva gestione dei rifiuti urbani ma anche pesca e acquacoltura restano tra le cause principali del beach litter. Per questo, è urgente, oltre al monitoraggio, mettere in atto strategie mirate a ridurre marine litter e beach litter, contribuendo così all’attuazione della Direttiva europea sulla Marine Strategy. A tal proposito, chiediamo alla Regione Puglia un tavolo tecnico per l’attuazione del fishing for litter, che coinvolga pescatori, Direzione marittima, Autorità portuale, Arpa Puglia e Ager per la prevenzione, la gestione e il riciclo dei rifiuti trovati in mare”.
Soltanto con le bottiglie di plastica che consumiamo ogni anno in Europa (46 miliardi secondo i dati di “Seas at risk”) si potrebbero riempire 28mila piscine olimpioniche. Un problema che ci riguarda da vicino, visto il record tutto italiano di consumo di acqua in bottiglia: solo nel nostro Paese utilizziamo, infatti, ogni anno 8 miliardi di bottiglie di plastica, il 17% di quelle consumate in tutta Europa.
Non basta aumentare il target di riciclo, è necessario prevenire l’utilizzo di bottiglie di plastica, visto che siamo il terzo paese al mondo per consumo di acqua imbottigliata. Proprio per questo Legambiente ha prodotto una speciale bottiglia in vetro per incentivare il consumo di acqua del rubinetto a casa e in ufficio. La bottiglia sarà distribuita ai cittadini durante le iniziative di Goletta Verde, oltre ad essere disponibile online sul sito www.usaegettanograzie.it. La bottiglia è stata realizzata per Legambiente da Assovetro (l’Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro) che sostiene in Italia la campagna Endless Ocean.
Purtroppo il consumo di acqua in bottiglia è solo una parte del problema. In media consumiamo, infatti, anche 230 stoviglie di plastica (tra piatti, bicchieri, posate) per abitante l’anno. Nel 2016 l’industria italiana del monouso in plastica ha prodotto circa 18 miliardi di pezzi di cui l’80% destinato al mercato nazionale. A questi numeri, sempre secondo i dati del rapporto di “Seas at risk”, vanno aggiunti anche il “consumo” di circa 16 miliardi di bicchieri per caffè all’anno in Europa; 2 miliardi e mezzo di imballaggi “take away” e 36 miliardi di cannucce, per citare altri oggetti potenzialmente inquinanti.
Scopri di più sulla campagna “Usa e Getta? No Grazie” – realizzata per Legambiente da Unik.love – sul sito: www.usaegettanograzie.it