“Il periodo scelto dal Ministero per il fermo pesca nella zona dell’Adriatico Meridionale non è adeguato in ragione di una combinazione di fattori climatici, economici ed ambientali più volte evidenziata. Si rischia di non esercitare nessuna efficace tutela delle risorse interessate e di vanificare quanto finora realizzato. Occorre rivedere i termini per anticipare l’avvio del blocco già a fine luglio”. È il contenuto dell’interrogazione che il senatore Dario Stefàno (Pd) ha presentato in Senato all’indirizzo del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari Forestali e del Turismo relativa al fermo pesca nel 2018 per le unità autorizzate all’esercizio dell’attività con il sistema a strascico.
“Gli addetti alla pesca del Basso Adriatico, in particolare delle Marinerie di Manfredonia e Bari, hanno espresso – continua Stefàno – forti preoccupazioni riguardo all’individuazione del periodo di fermo pesca previsto dal decreto ministeriale tra il 27 agosto al 7 ottobre. Hanno più volte segnalato, anche negli incontri presso il dicastero, che il periodo migliore sarebbe quello che va dalla fine di luglio ai primi giorni di settembre. Una richiesta, questa, che aveva anche raccolto una significativa disponibilità da parte dei dirigenti del ministero e un impegno che ora però è venuto meno”.
“Le ragioni di una revisione del decreto approvato sono da individuarsi nella volontà di salvaguardare i pesci di piccole dimensioni che, negli stadi giovanili, sono maggiormente presenti in tale area nel periodo compreso tra luglio e agosto”.
“La determinazione del blocco stabilità dal decreto legge – conclude Stefàno – comporterà seri danni economici e ambientali alla massa di pesci di piccola taglia se non si avvierà un operoso ravvedimento per anticipare, come da richieste degli operatori, i termini del fermo pesca”.