La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano, per le imprese del nostro territorio.
Dai dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it si conferma la continua crescita della tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti. Emerge anche un evidente divario di costo tra uguali categorie economiche, persino nella stessa provincia in cui si opera. In particolare si evidenzia come, sul nostro territorio, le categorie degli alberghi (con o senza ristorante), delle case di cura e di riposo, i banchi di mercato (sia di generi alimentari che di beni durevoli), le attività legate al benessere e gli ipermercati, siano quelle più sofferenti.
Il 62% dei Comuni capoluogo di provincia registra una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni (Fonte: www.opencivitas.it, sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle varie amministrazioni locali). A Foggia lo scarto tra la spesa reale del Comune per la gestione dei rifiuti urbani e la spesa ideale, cioè quello che il Comune dovrebbe spendere in base ad alcuni standard, è pressoché nullo (€25.282,118 contro €25.640,317), ma preoccupa il fatto che, tra tutti i capoluoghi di provincia pugliesi, Foggia si colloca all’ultimo posto per la quantità dei servizi offerti. Infatti a un livello di spesa medio corrisponde un livello di servizi offerti scarso, secondo le stime elaborate dal Dipartimento delle Finanze e dalle SOSE e presentate sul portale www.opencivitas.it
Dai dati emersi risulta evidente come sia urgente che si tenga conto di specifiche esenzioni o agevolazioni per le attività stagionali e per le aree scoperte operative e che venga confermato il principio secondo il quale il tributo non è dovuto, né in parte fissa né in parte variabile, per i rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero.
Sarà fondamentale, inoltre, introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza.
Oltre al problema costi,si continua a fare ammasso senza eliminazione.Si riempiono i siti e poi si danno fuoco alla faccia dei “fessi”.Perchè non si fa uno smaltimento reale?A pensare a male ci si azzecca sempre.