Angelo Riccardi non ha confermato le dimissioni da sindaco di Manfredonia (non che ci avessimo mai creduto), dice di averle ritirate per “coerenza e senso di responsabilità…”
Non fa un passo indietro neanche sulla questione ASI, nonostante l’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, si sia con più note espressa sull’inconferibilità dell’incarico, tanto da spingere il Presidente della Camera di Commercio di Foggia, Fabio Porreca, alle dimissioni dal consiglio di amministrazione ASI, proprio per prendere le distanze da Riccardi.
Lui va avanti nonostante tutto e tutti, non gli interessa il giudizio di Cantone, non teme i pesanti rilievi della Corte dei Conti sulle cause del grave indebitamento del Comune di Manfredonia; non si è preoccupato delle ripercussioni economiche relative alla chiusura del Mercato Ittico; né della cattiva amministrazione dell’ASE, che ha comportato aumenti sconsiderati della TARI; né della gestione dei tributi comunali e della propria incapacità riscossiva, già lamentata dai Revisori dei Conti e dalla Corte dei Conti; né tantomeno dello stato di inquinamento in cui versa il sito SIN, ex EniChem, ancora in attesa di bonifica, interessato com’è più al risarcimento che non al risanamento dell’area.
Lo lascia indifferente il processo che a Pescara lo vede imputato per i gravi reati di peculato e corruzione, non ancora giunto alla sentenza di primo grado dopo ben sei anni (chissà perché?). Non lo scuote il degrado in cui la città versa in ogni suo ambito. Non lo tocca il clima tesissimo all’interno del PD, della Giunta e del Consiglio Comunale con gravi scambi di accuse.
In questo contesto politico sentiamo spesso ripetere: “Non ci dimettiamo per senso di responsabilità”; “stiamo ricucendo nel Pd per senso di responsabilità”; “stiamo tentando accordi per ripristinare la maggioranza di governo per senso di responsabilità verso la cittadinanza” ecc..
E sempre per senso di responsabilità il sindaco si dimette e poi ritira le dimissioni “per risolvere i problemi di Manfredonia”. Come? Lui dice, con i milioni che ricaverà dalla vendita della rete del gas, l’ultimo bene comune da difendere, perché dopo ci resterà da vendere solo il Palazzo San Domenico. Basta, non ne possiamo più di un uso così improprio della parola responsabilità! In tutti questi anni com’è stata agita la responsabilità civile, penale, amministrativa e morale dal sindaco e da tutti coloro che per funzione ed interesse gli hanno consentito di rimanere a capo del governo della città?
Le cittadine e i cittadini sanno bene che ci troviamo in un contesto di grave irresponsabilità politica, che ha prodotto e continua a produrre danni gravissimi all’ambiente, all’economia, al lavoro ed al tessuto sociale dell’intera comunità sipontina. Questo è un aspetto molto importante, che riguarda il rispetto della legalità, che l’Ente pubblico ed i suoi rappresentanti dovrebbero sempre avere, perché altrimenti si fa allignare nella popolazione il concetto che la prepotenza, l’abuso, il mancato rispetto delle regole è quello che vince.
Usciamo per favore dal silenzio e ritroviamo tutti/e le parole e le azioni per la buona politica, che apra finalmente la nostra città a prospettive di sviluppo e ad un nuovo respiro che ci salvi dalla catastrofe economica, ecologica, politica e morale. In ogni caso, facciamo in modo che prevalga sempre l’amore per la città.
MANFREDONIA NUOVA