Durante la seduta di aggiornamento del Consiglio Comunale del 29/06/2018, D’Ambrosio (capogruppo PD, che il giorno prima aveva annunciato le sue dimissioni congiunte a quelle del consigliere Ognissanti) ha dato uno spettacolo misto di rabbia e coerenza di cui tutti dovrebbero sapere.
Partendo dalla sua esperienza ventennale, passando alle dimissioni del collega di Partito – nonché Vice Sindaco e assessore – Zingariello, il consigliere ha esternato che “decisioni drastiche” si assumono “con grande sofferenza”. Salvatore (Zingariello) “non è uno qualsiasi nel partito (…), ha la testa sulle spalle e per mettere un punto fermo alla situazione ha dovuto assumere una posizione drastica. Non possiamo far finta che le sue dimissioni possano essere trattate senza alcun riguardo”. Poi ha aggiunto, tornando alla sua esperienza, che “ho fatto presente più volte i problemi al partito e a sua volta è stato il partito a dire non possiamo andare avanti così.” “Abbiamo da diversi mesi una coalizione di governo in totale stallo per via di un manipolo di consiglieri che chiedono assessorati”, ha poi affermato tra gli applausi dell’opposizione tutta. “La maggioranza si deve ricordare che il PD si è sempre opposto ai giochi ed ha preferito la via programmatica; io stesso quante volte ho detto che non c’è più nulla da prendere?” riferendosi ad una “regia occulta, ma comprensibile per chi conosce le dinamiche”.
Sul precedente assessore al bilancio Rinaldi ha affermato che “non si è dimesso per motivi personali (…), c’erano problemi con il settore. L’assessore va assecondato perché deve lavorare con i dirigenti, non per amicizia. Questi sono i temi.”.
E non è finita qui, perché l’escalation retorica ha raggiunto l’apice proprio parlando dell’attitudine del Primo Cittadino a scegliere gli uomini senza consultare altri addetti ai lavori: “Si sono fatte nomine senza consultare nessuno, come l’ultima dell’assessore Rana (…) ed il consulente dell’amministratore unico di ASE da 10 mila euro in sei mesi, e noi siamo venuti qui ad aumentare la Tari. La città soffre, sta scoppiando e i temi seri non si affrontano”,.Entrando poi nei meriti di ASE, Mercato Ittico e Gestione Tributi sulla quale ha affermato che la maggioranza ha fatto quello che “ha voluto” per poi prendersi una “imboscata sul Documento Unico di Programmazione adeguandoci per senso di responsabilità”. “Ora il senso di responsabilità cercatelo altrove, qui c’è serietà”, ha concluso dichiarando di uscire dall’aula durante le votazioni dell’approvazione del rendiconto della gestione 2017, approvato successivamente dai 13 restanti uomini di maggioranza. Un intervento che resterà certamente nella storia politica della città del quale consigliamo la visione.
Antonio Raffaele La Forgia