E’ difficile, se non impossibile, parlare di ‘maggioranza consiliare’, perché più che ad una coalizione politica vera, siamo costantemente dinanzi a tante solitudini che si incontrano. E, soprattutto, si scontrano, anche silenziosamente, facendo pesare la loro assenza in Aula come accaduto anche quest’oggi, avendo fatto venir meno per ben due volte il numero legale e decretando, così, l’impossibilità di approvare un importante provvedimento come la proposta di legge sui danni provocati dalla fauna selvatica”.
Così il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta.
“Una proposta legislativa – aggiunge – frutto di un lavoro certosino, complesso e approfondito, da parte delle Commissioni II e IV. Un impegno che ci ha visti coinvolti per mesi ed oggi abbiamo assistito ad una “performance” deludente sotto tutti i profili: innanzitutto, si è svilito il lavoro compiuto perché la ‘maggioranza’ ha proposto e votato oggi in Aula alcuni emendamenti, rimangiandosi totalmente la posizione assunta in Commissione, sede in cui è stato varato un testo pressoché condiviso e partecipato. Tale comportamento schizofrenico si è riverberato su alcuni importanti punti come, per esempio, quello relativo alla possibilità di utilizzare delle trappole contro gli animali selvatici che devastano i raccolti agricoli, fanno razzie di altri animali delle nostre aziende zootecniche e minacciano persino l’incolumità delle persone. Ergo, se l’intendimento comune era quello di offrire uno strumento normativo di ‘difesa’ e ristoro, così è stato ghigliottinato. Ancora una volta, nell’approvazione di alcuni emendamenti, ha prevalso una malcelata pulsione ideologica, a favore degli animali inselvatichiti ma contro l’uomo, la sua economia e la sua incolumità, e financo contro ciò che è pacifico nella comunità scientifica. Il tutto condito da riflessioni strumentali e prive di fondamento. Orbene, siamo quasi contenti che oggi la sciatteria del centrosinistra abbia impedito di approvare un testo inizialmente virtuoso ma stravolto e lanciato fuori dal recinto della sua ratio originaria. Nella speranza – conclude Gatta – di un ravvedimento da parte di tutti”.