Il lavoro del Governo regionale pugliese sul dossier Aeroporto “Gino Lisa” sta intensificandosi in ogni direzione per conseguire un obiettivo fondamentale nel sistema integrato degli aeroporti pugliesi.
A Bruxelles è maturato un passaggio cruciale, con la valutazione di piena compatibilità con la normativa comunitaria delle azioni elaborate e programmate dalla Regione Puglia sull’aeroporto di Foggia: dall’investimento di 14 milioni di euro (già disponibili nel bilancio regionale) per allungarne la pista, alla gestione inquadrata nell’ambito del Servizio di interesse economico generale, passando per la concentrazione nello scalo delle funzioni di Centro strategico per la Protezione civile.
E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che si è svolto ieri, a Bruxelles, tra l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione, Raffaele Piemontese, e Giorgio Perini, responsabile degli Aiuti di Stato per la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea.
“E’ un risultato molto incoraggiante,frutto di un lavorocostante, silenzioso e pragmatico, che mette il vento in poppa alle diverse azioni che la Regione Puglia ha messo in campo per potenziare l’aeroporto di Foggia e renderne sostenibile la futura gestione economica e operativa”, ha dichiarato Piemontese con riferimento alla questione dell’impiego del cento per cento di risorse pubbliche da destinare sia all’allungamento della pista di volo, sia per costituire un centro strategico e polo logistico della Protezione Civile, sia per soddisfare le esigenze di connettività dei passeggeri della provincia di Foggia, che per il generale funzionamento futuro dello scalo.
All’incontro, negli uffici di Rue du Marteau, a cui Piemontese ha partecipato su mandato del presidente Michele Emiliano e d’intesa con il vicepresidente e assessore regionale ai Trasporti Antonio Nunziante e il collega Leo Di Gioia, erano presenti anche il vicepresidente di Aeroporti di Puglia SpA, Antonio Vasile, il direttore progetti speciali e la responsabile dell’Ufficio legale della società di gestione degli scali pugliesi, Patrizio Summa e Raffaella Calasso.
“Torniamo al lavoro sul ‘Gino Lisa’ confortati al massimo livello possibile – ha proseguito l’assessore regionale al Bilancio e Programmazione – intorno a una questione complessa che, finalmente, siamo riusciti a sbrogliare con il coraggio delle scelte nette e l’intelligenza di visione con cui il presidente Michele Emiliano ha sostenuto un investimento strategico per la Puglia intera”.
Alle buone notizie sul fronte delle regole comunitarie che sovrintendono il delicato settore del trasporto aereo, si aggiunge anche la ripresa dell’iter, in seno al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante la compatibilità urbanistica delle opere di allungamento della pista.
Come aveva prospettato la Regione Puglia e su sollecitazione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Puglia ha aperto un nuovo procedimento per l’accertamento della compatibilità urbanistica.
Serratissimo l’iter semplificato disposto dal dirigente del Provveditorato, Tommaso Colabufo, facendo tesoro degli indirizzi che Regione Puglia e AdP avevano manifestato, decidendo di non ricorrere contro l’archiviazione del 24 gennaio scorso in modo da “salvare” i pareri che erano già stati espressi e non impantanarsi in contenziosi davanti al TAR.
Utilizzando il modello semplificato di conferenza di servizi introdotto nel 2016, il Provveditorato ha disposto, infatti, che gli uffici dei vari enti invitati alla conferenza trasmettano le rispettive determinazioni esclusivamente attraverso posta elettronica certificata entro il 26 giugno prossimo, fissando al successivo 6 luglio la data di un’eventuale riunione.
Si sta insistendo su un errore marchiano di impostazione iniziale. Nessuno nega la necessità della Provincia di Foggia di avere un aeroporto all’altezza delle ambizioni di sviluppo economico (in primo luogo turistico) che tutti auspicano. Il problema è la collocazione geografica della struttura che andrebbe ad insistere su una zona limitrofa ampiamente urbanizzata con tutte le conseguenze del caso. Che qualcuno provi a chiedere ad esempio a tutti i cittadini di quelle città (ad all’interno delle stesse, delle zone direttamente ed indirettamente interessate dalla presenza di tali strutture), nelle quali gli aeroporti sono vicinissimi alla città o addirittura al loro interno, cosa ne pensino dell’aeroporto e di tutto ciò che comporta: rumore (a livelli in grado di generare vere e proprie patologie), aumento del traffico, inquinamento ambientale generato da varie fonti, disagi legati ai parcheggi (non basta concentrarsi sui vantaggi), ecc. Possibile che una delle Province più estese di Italia con una conformazione orografica e geografica eccellente per una struttura di tale tipo sia costretta a farla all’interno della struttura urbanistica di una città già congestionatissima di suo??. So già che dopo tutto quello che è stato fatto e che ancora c’è da fare nessuno vorrà mollare ma quello che si sta per commettere è un errore clamoroso che si ripercuoterà negativamente in tempi medio-lunghi su tutta la Daunia. Le alternative sono sotto gli occhi di tutti: ripristino e potenziamento della vecchia struttura di Borgo Mezzanone o il potenziamento (a livello civile) dell’aeroporto di Amendola che, come in molti altri casi in Europa (ed in Italia) potrebbe svolgere senza grossi problemi le due funzioni contemporaneamente. La Capitanata è la seconda pianura italiana per estensione e si vuole l’Aeroporto sotto casa. Si può ancora investire in modo oculato.