Martedì 3 Dicembre 2024

Luca Ciammarughi al Conservatorio “Giordano”

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Giovedì la presentazione del libro del versatile e talentuoso pianista,

voce di Radio Classica e riferimento nel panorama italiano

 

“Da Benedetti Michelangeli alla Algerich”: è questo il titolo del libro di Luca Ciammarughi che sarà presentato a Foggia, giovedì 24 maggio, presso il Conservatorio “Umberto Giordano”.

Trent’anni con i grandi pianisti, così recita il sottotitolo del lavoro di Ciammarughi, musicista inusuale, concertista, conduttore radiofonico e musicologo che,  da più di dieci anni, è quotidianamente in onda su Radio Classica con la sua trasmissione “Il pianista”, divenuta un riferimento nel panorama divulgativo italiano.

Luca Ciammarughi scrive per i mensili “MUSICA”, “Classic Voice” e “Suonare News” ed è direttore editoriale di “ClassicaViva”. Nel 2017 ha scritto il libro Da Benedetti Michelangeli alla Argerich – Trent’anni con i grandi pianisti e nell’aprile 2018 è uscito il suo ultimo volume Soviet Piano. I pianisti dalla rivoluzione d’ottobre alla guerra fredda.

Ha studiato pianoforte presso il Conservatorio “Verdi” di Milano, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode nella classe di Paolo Bordoni e ottenendo poi, con menzione d’onore, il diploma accademico in musica vocale da camera.

Come pianista concertista, ha suonato su numerosi palcoscenici, come il Festival dei Due Mondi di Spoleto, Taormina Arte, La Verdi, Società dei Concerti di Milano, Spoleto Festival USA di Charleston, Festival Guadalquivir in Spagna, European Union Youth Orchestra, Salle Cortot di Parigi, Teatro alla Scala, Palazzo Farnese a Piacenza, Villa Torlonia a Roma, Palazzo Reale di Pisa e molti altri.

Le sue incisioni schubertiane per “ClassicaViva” hanno ottenuto recensioni entusiastiche, e infatti, al termine della presentazione, Ciammarughi eseguirà la Sonata D 960 in si bemolle maggiore di Schubert, di cui Dino Villatico, ha scritto che “le mani scorrono da un punto all’altro con fluida naturalezza, come se anche i contrasti più violenti raffigurino la mutevolezza ineludibile del percorso narrativo. […] la musica si fa racconto”.

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