Con la stessa semplicità con cui è arrivato a Manfredonia, il 19 settembre del 2009, così Monsignor Michele Castoro ci ha lasciato lo scorso 5 maggio. Da un anno combatteva contro un brutto male, e tutti pregavamo per lui perché riuscisse a superarlo per portare avanti la sua missione qui a Manfredonia. Un arcivescovo così giovanile, amichevole, sempre sorridente, pieno di vita e interessato a tutto, alla vita e al benessere della città, alle sue ricchezze artistiche come alla spiritualità dei fedeli. Quasi non ci sembrava vero. Appena arrivato ci siamo subito resi conto che non era uno qualunque, uno che restava lì fermo a guardare. Infatti, si è immediatamente impegnato a reperire fondi e trovare sponsor per restaurare il patrimonio più prezioso della nostra città. Grazie a lui opere d’arte come l’Icona della Madonna di Siponto patrona di Manfredonia, la statua lignea della “Sipontina” e la statua di San Lorenzo Maiorano, capisaldi della fede sipontina custoditi in Cattedrale, sono stati restaurati. Così come il Seminario arcivescovile, la Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, il parco archeologico e le facciate della Cattedrale, devono a Monsignor Castoro il loro rinnovato splendore. Sempre lui ha fortemente voluto la realizzazione del Museo diocesano nei locali sottostanti al Palazzo arcivescovile; e l’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara non è più abbandonata a se stessa, ma piena di vita e attività, perché abitata dall’Associazione pubblica di fedeli “I Ricostruttori nella preghiera”, giunti a Manfredonia grazie al suo intervento. E ci sentimmo pieni di orgoglio e di gioia quando ad un pontificale per la festa della Santa Patrona Monsignor Castoro disse: “Oggi, varcando la soglia di questo Tempio, gremito fino all’inverosimile, si è ravvivata in me la consapevolezza del dono grande che mi è concesso, di essere vostro pastore, cioè “collaboratore della vostra gioia”. Questa testimonianza di fede mi commuove profondamente, mi colma di meraviglia sempre nuova e mi aiuta a portare il “peso gravoso e dolce” della guida pastorale di questa meravigliosa diocesi”. Il suo linguaggio concreto, semplice e diretto arrivava al cuore di tutti, e ci auguriamo anche dei politici, ai quali spesso si rivolgeva direttamente proprio durante le omelie dalla balconata della Cattedrale. Fu proprio in una di queste occasioni che Castoro confermò la sua presa di posizione nei confronti della questione Energas, quando con forza affermò: “Faccio ancora una volta appello perché in ogni programmazione – a qualsiasi livello – si tenga conto sempre del bene comune e vengano bandite quelle scelte che rischiano di sacrificare l’incantevole bellezza del nostro territorio alla logica dell’interesse più spietato”. E poi, nella stessa omelia, esortava Manfredonia a combattere e a sollevare la testa: “Manfredonia, non temere e guarda con speranza al tuo futuro! Osa puntare in alto perché ne hai tutte le possibilità e le risorse spirituali e morali, culturali ed imprenditoriali, politiche e sociali! (…) E la Regina di Siponto sia sempre al tuo fianco perché tu possa meritare la benedizione che il Salmista dedica a Gerusalemme: Di te si dicano cose stupende, Città di Manfredonia”. Un “vero politico” lo ha definito qualcuno, ma con la mitezza del buon padre Monsignor Castoro proteggeva la sua Diocesi e i suoi fedeli. Impegnato fino all’ultimo, nonostante la sofferenza che aveva accettato senza risparmiarsi, con fatica ha accolto Papa Francesco nella sua recente visita a San Giovanni Rotondo; ma ha voluto esserci, donando a tutti noi la gioia di rivederlo. Manfredonia e l’intera diocesi hanno perso un amico, un padre, una guida. Non sarà mai troppa la gratitudine che proviamo per averlo avuto tra noi, come uno di noi.
Mariantonietta Di Sabato