“Aperti per Voi, Aperti all’Europa”. Con ben cinque siti (Museo Diocesano, Chiesa di Santa Chiara, Museo Etnografico sipontino, Ipogei Capparelli e Museo storico dei Pompieri e Croce Rossa), Manfredonia è tra le città pugliesi ed italiane maggiormente protagoniste del programma internazionale del Touring Club Italiano che, dal 12 al 20 maggio 2018, per celebrare l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, prevede l’accoglienza dei cittadini e turisti europei con aperture straordinarie tematizzate di luoghi ricchi di storia ed arte, ma, purtroppo non sempre fruibili.
L’idea, il coordinamento e la realizzazione a livello locale sono del Console Michele De Meo e del Club di Territorio di Manfredonia, in collaborazione con il Gal DaunOfantino. Il programma prevede l’apertura straordinaria e gratuita dei suddetti siti con le seguenti modalità: venerdì 18 maggio dalle ore 16.30 alle 19.30; sabato 19 maggio dalle ore 16.30 alle 19.30; domenica 20 maggio dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30.
Il 2018 è l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale ed il motto è ‘Il nostro Patrimonio: dove il passato incontra il futuro’, con l’obiettivo di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell’Europa e rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo. Il Touring Club Italiano ha aderito all’Anno con “Aperti per Voi, Aperti all’Europa”, presentando una proposta al Mibact – coordinatore nazionale per attuare l’Anno e coordinare gli eventi e i progetti a livello locale, regionale e nazionale – e ottenendo la concessione dell’utilizzo del marchio “Anno del Patrimonio culturale Europeo” per tutto il 2018.
“L’intento – spiega il Console De Meo – è quello di promuovere e diffondere la conoscenza dei beni culturali consentendo la visita di luoghi solitamente chiusi al pubblico. Unire la valorizzazione dei propri tesori con la fruizione degli stessi: è questa la mission del TCI che coinvolge i propri volontari, tutti gli associati, cittadini residenti e turisti visitatori. Un’occasione – aggiunge- davvero importante per puntellare la valorizzazione del patrimonio e dare una spinta propulsiva alla promozione turistica, durante uno snodo cruciale per l’aumento dei flussi come il periodo primaverile-estivo, caratterizzato dai segmenti culturale ed escursionistico”.
DESCRIZIONE CULTURALE DEI LUOGHI DI VISITA
– Il Museo Diocesano, è un nuovo polo culturale, nato nel contesto di un territorio, quello di Siponto-Manfredonia, ricco di una lunga e grande tradizione di fede e di storia. La galleria conta sette spazi espositivi ad ognuno dei quali è stato dato un nome in base ai reperti contenuti. La prima sala della sezione “Fragmenta Sypontinae Ecclesiae”, chiamata “all’alba del primo millennio”, ospita frammenti scultorei che provengono dagli scavi della chiesa vescovile paleocristiana di Santa Maria a Siponto. Proseguendo si giunge nella sala “del leone” riservata all’esposizione di uno dei due leoni marmorei che sorreggevano la ‘seduta’ del trono vescovile della cattedrale di Siponto e alcune travi marmoree del pulpito, firmate dai magistri David e Acceptus. La successiva sala “dell’aquila” prende il nome dalla presenza dell’affascinante aquila ‘reggi-leggio’ dell’ambone. Si giunge quindi nella sala “tra Siponto e Manfredonia” che raccoglie testimonianze lapidee del Medioevo inoltrato, tra cui due frammenti di una lastra sepolcrale del sec. XV e tre capitelli di fattura angioina. La seconda sezione, “Manfredonia, la diocesi dal XIII al XX sec.” ospita la suggestiva “galleria degli arcivescovi”, con gli stemmi di tutti gli arcivescovi della Chiesa sipontina dal 1218 ad oggi. Lungo le pareti sono inoltre esposti i ritratti degli arcivescovi a partire dal 1680. La sala “il bello sensibile della liturgia” espone paramenti e argenti sacri e una splendida cornice del ’700, che a suo tempo impreziosiva l’antica icona della Madonna di Siponto. A concludere la visita si entra nella sala intitolata “il buon vescovo” dove troneggia una tela raffigurante un inedito ritratto di papa Benedetto XIII, al secolo Pietro Francesco Orsini.
– La Chiesa di Santa Chiara, originariamente annessa al convento delle Clarisse, eretto dalla gentildonna Isabella de Florio nel 1592, si apre su via Santa Chiara con due portali sormontati da due nicchie dove sono collocate le statue di San Francesco e Santa Chiara.
L’interno è costituito da una grande navata con volta a botte intramezzata da costoloni, lunette e lesene, con ricchi motivi decorativi a stucco ispirati allo stile barocco settecentesco, le pareti laterali sono scandite da tre ampi archi, con altari policromi in marmo e legno dorato.
Al centro del presbiterio c’è l’altare maggiore: sulla parete frontale, in alto, una nicchia, dalla ricca cornice, accoglie la statua in legno finemente intarsiato di S. Chiara di Assisi. Caratteristica è la cupola moresca del campanile settecentesco.
L’ex monastero, attualmente sede del seminario, ha l’ingresso su via Arcivescovado. Il parlatoio presenta una grande volta a botte e un pregevole portale barocco.
– Il Museo Etnografico Sipontino si è sviluppato contemporaneamente agli interessi che il Centro di Studi Pugliesi ha avuto per lo studio dei dialetti di Puglia. E’ risaputo che la terminologia dialettale è collegata in buona parte con gli strumenti di lavoro e con gli oggetti di uso quotidiano. Pertanto si è passati alla raccolta e all’organizzazione degli oggetti di più facile acquisizione, col proposito di ricordare per ognuno di questi oggetti il relativo nome dialettale.
Il materiale disponibile figura distribuito in quattro sezioni essenziali.
Una prima sezione riflette la vita e la cultura della città. Pertanto sono interessati i temi più importanti: la casa (gli oggetti della camera da letto, gli oggetti e l’architettura della cucina), le tradizioni (oggetti religiosi, giochi e arti casalinghe), le arti e i mestieri (gli arnesi delle categorie più varie: il fornaio, il calzolaio, il sarto, il falegname, il muratore, il fabbro, il maniscalco, il carrettiere, il carradore, il bottaio, l’acconciapiatti, l’arrotino, lo stacciaio, l’ombrellaio, ecc.).
Una seconda sezione comprende gli oggetti che riguardano la vita e la cultura della terra. Pertanto si ha la possibilità di avere un’informazione completa della vita che si svolge negli ambienti che caratterizzano tutta l’area sipontina: la grotta, il pagliaio, la “torre”, la masseria. Per ognuno di questi ambienti è poi fornita un’elencazione (e anche un’illustrazione) diretta degli oggetti che li riguardano.
Una terza sezione riguarda la vita e la cultura di mare. Pertanto sono interessate le imbarcazioni (materiale illustrativo e saggi dei particolari più notevoli), i vari tipi di rete, l’occorrente per la lavorazione delle reti, un museo naturale di fossili e una raccolta notevole di valve e gusci di mitili e gasteropodi. Una quarta sezione riguarda la raccolta dei testi dialettali più vari che consentono non solo la conoscenza della terminologia effettivamente usata, ma anche una presentazione più realistica dei vari ambienti di vita (descrizioni, racconti, dialoghi, recitazioni e canti popolari).
– Gli Ipogei di Capparelli, sito archeologico e preistorico in Località Capparelli situata su un diverticolo del Decumano (attuale S.S. 89 ingresso Manfredonia Sud). Il complesso cimiteriale costituisce un vero e proprio suburbio nella parte sudoccidentale della città tardo-antica e altomedievale di Siponto. Note nell’antichità come le grotte di Siponto presero poi il nome della omonima masseria di Capparelli, le cui stalle hanno inglobato i sottostanti ambulacri. Gli ipogei cristiani vengono, forse dopo il XIII secolo, utilizzati come cave di un tufo giallastro simile alla pozzolana, che divenne il materiale da costruzione più utilizzato a Manfredonia.
– Il Museo Storico dei Pompieri e della Croce Rossa si estende su un’area di oltre 2500 metri quadri: all’interno reperti di rilevante valore per la storia della scienza e della tecnica dal XVIII al XX secolo che lo rendono, a oggi, uno dei più ricchi e spettacolari d’Europa nel suo genere.
Si articola in 4 padiglioni tematici di area 1000 mq e in uno spazio di ulteriori 1500 mq che raccoglie numerosissimi mezzi di soccorso storici, da quelli ippotrainati a quelli motorizzati, scale aeree e autoscale di diverse epoche e tipo, uniformi, elmetti e altre eccezionali testimonianze attinenti la professione pompieristica nel tempo.
In un percorso entusiasmante che racconta la “lotta al fuoco” nei secoli, dall’incendio dell’antica Roma al secondo dopoguerra, sono inserite anche riproduzioni di luoghi che hanno usufruito storicamente dell’intervento dei Vigili del Fuoco, tra cui il Mulino d’Onofrio di Manfredonia. Un padiglione, inoltre, è dedicato ai vigili del fuoco aziendali e propone la tematica della presenza dell’Enichem nella storia di Manfredonia.