Una data storica per la nostra città che oggi compie 762 anni. Il 23 aprile 1256, infatti, si presume che re Manfredi abbia gettato le basi per la realizzazione di quello che fu il suo grande sogno, costruire una città e darle il suo nome. L’anno è il 1259, come è riportato dai “Diurnali” del cronista M. Spinelli. Sia il giorno che l’anno, però stando a quanto riportato da altri studiosi, non è questa. Ad esempio Raffaello di Sabato, studioso di storia dell’arte e già ispettore onorario ai monumenti e scavi, negli anni trenta, in una sua opera inedita: “Manfredonia a vol d’uccello”, così esordisce: “Il 26 agosto 1251 sbarcava nel nostro porto Re Corrado per occupare il regno paterno; e quivi vi trovava il fratello Manfredi, che gli veniva incontro coi baroni del regno, pronto a rendergli atto d’omaggio dopo aver sottomesse le città ribelli alla dominazione sveva. Il giorno 26 gennaio 1256 Re Manfredi di Svevia, con largo seguito di baroni, poeti, scienziati e sacerdoti, pone la prima pietra e disegna il piano della città nuova. Nell’anno 1258, coi sipontini superstiti e nuclei delle vicine terre pugliesi, lo stesso Manfredi la rende popolosa di tremila famiglie. Nel 1263, con regio diploma “ Datum Orte”, le da il proprio nome, la dichiara “Città di Regio Diritto” e la dota di una zecca per coniare il suo denaro”. Per memoria storica abbiamo riferito quanto affermato dal suddetto storico, notizie che trovano riscontro anche in altre pubblicazioni, a dimostrazione che quanto affermato dallo Spinelli, non fa testo. A parte le motivazioni legate all’evento tellurico del 1223, che indussero re Manfredi a realizzare la sua città in luogo più salubre, a poca distanza dalla progenitrice Siponto, il “biondo e bello e di gentile aspetto”, figlio del grande Federico II amò tanto la terra di Puglia ed in particolare la Capitanata, da renderla immortale per avervi realizzato numerose opere. ” Se il Signore”, disse Federico, “avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”. Ragioni strategiche, militari ? , lo sviscerato amore per questa terra benedetta da Dio, ricca di lussureggianti immense distese di verde e di selvaggina?, oppure il desiderio di restituire pace e serenità al tanto provato popolo sipontino scampato al terremoto ?, o addirittura per emulare il grande condottiero Diomede che circa duemila anni prima, reduce dalla guerra di Troia, per trovare pace, approdò in questi luoghi per costruirvi una città indussero Manfredi a porre mano alla costruzione della nuova Siponto?. Tanti sono gli interrogativi. Certo è che egli, dopo averne disegnato la pianta, convocò presso di se studiosi, maghi ed astrologi, perché gli consigliassero il sito più idoneo per collocarvi la prima pietra. Dotò la nuova città, alla quale diede il suo nome, di strutture moderne. Concesse agli abitanti privilegi perché potessero ripopolarla degnamente e prosperare. La prematura scomparsa avvenuta il 1266, durante la battaglia di Benevento, però, non gli consentì di vederla così come avrebbe voluto che fosse. Pur tuttavia, Manfredonia ha continuato il suo cammino verso un futuro ricco di avvenimenti. Nonostante le mutate situazioni ambientali, culturali e sociali, la città ha conservato la sua connotazione originaria, consolidando il feeling con il passato. Il nuovo si fonde con l’antico.
Matteo di Sabato
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