Il consiglio comunale dello scorso 26 Marzo 2018, con oggetto “presa d’atto Deliberazione n. 25/PRSP/2018 – Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Puglia”, è stato un momento importante della politica locale. I botta e risposta tra consiglieri, Sindaco o assessori sono sempre più interessanti. Taronna (FI) ieri ha definito “stoico capogruppo del PD” Damiano D’Ambrosio, rimarcando che – a parte pochi consiglieri – la maggioranza “tiri a campare”. Che sia il consigliere di maggioranza più proficuo è vero, ma non è la statistica che ci importa quanto il messaggio, o lo scambio di essi, tra le due fazioni. Un messaggio è che D’Ambrosio si difende bene, ricordando a tutti che era preventivata una tiratina d’orecchie dalla Corte e che si poteva scegliere di redarre un piano decennale. Invece no, si è scelta la via del sacrificio perché “c’è chi ha il dovere di crederci e di crederci fino in fondo”. Auspica poi l’intervento dell’amministrazione tutta a mettere in atto “tutta una serie di provvedimenti esecutivi per recuperare queste somme”, riferendosi ai crediti del Comune. Il Sindaco, di suo canto, lamenta il “nulla di nuovo” da parte dell’opposizione. Riccardi crede che fare politica “non è solo elencando tutte le questioni che un magistrato, uno come tanti (…) esprime”. Certo, è conscio della gravità dei problemi che attanagliano la città, proprio per questo, il Sindaco, ha di nuovo sottolineato che il piano di rientro “è stato pensato nella logica della responsabilità politica di chi governa la città”. Sarebbe stato semplice, dice, “fare un piano decennale, invece noi abbiamo deciso di farlo in un triennio”. Le tempistiche giocano contro, ma “sono sul tavolo”, rammenta. È sicuramente un Riccardi diverso, questo, che cerca bene o male di dare risposte a tutti i dubbi dell’opposizione, ma anche della sua maggioranza. Il “conflitto” con la Regione in materia di rifiuti per approfondire i discorsi A.S.E. e A.R.O., la smentita sulle spese legali (ma quali?) quando sottolinea che il richiamo della Corte sui ritardi nei pagamenti e “ci sarà il momento in cui si ribalteranno le posizioni”, dice, in materia di fotovoltaico. Sul bilancio e l’anticipazione di tesoreria la spiega semplice: “sono cose che si potevano fare. Si accantonava il residuo attivo, su di esso non si faceva nessun tipo di attività ed era sostanzialmente inesigibile, ma ci consentiva di mantenere il bilancio in equilibrio”. Facoltà data a tutti i comuni, ma ciò non implica che il Primo Cittadino sminuisca la situazione deterioratasi a causa di eventi che vanno al di là della politica locale. “Abbiamo un debito che è pari all’anticipazione di tesoreria”, sottolinea come ad azzerare gli scenari apocalittici che, forse, pervadono già la comunità sipontina. Riccardi è stanco, visibilmente provato, ma ancora fiducioso in un cambiamento. “I problemi veri di Manfredonia sono tre: le buche nelle strade, zero manutenzione del verde pubblico e i rifiuti. Non abbiamo le risorse necessarie”, confessa per poi sottolineare che i servizi a Manfredonia ci sono. “Poi possiamo discutere sulla qualità”, aggiunge, ma questa è un’altra storia. Tornando a Taronna, forse ha ragione nel sostenere che la maggioranza si palesi solo in pochissime figure, ma il messaggio del Sindaco è chiaro: “auspico che Romani presenti la mozione di sfiducia per vedere se ho ancora i numeri”. Una storia infinita che, però, ha delle sfaccettature sempre più interessanti.
Antonio Raffaele La Forgia