Dopo aver amplificato l’ultimo intervento di Italo Magno sull’eolico offshore nel quale il consigliere – citando un documento datato 2012 nel quale il Comune era consenziente al progetto di Trevi S.P.A. – si domandava quali fossero le reali intenzioni a riguardo, l’Ufficio Stampa di Palazzo San Domenico non si è fatto attendere. Attraverso l’assessora all’ambiente Innocenza Starace, si è ribadita la ferma e perdurante opposizione al progetto di installazione di 50 torri eoliche offshore. Il documento a cui faceva riferimento il membro dell’opposizione si riferiva al progetto che “non esiste più, visto che fu rigettata dal Consiglio dei Ministri, il 14 febbraio 2014, grazie all’iniziativa intrapresa dal sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, attraverso un documento unitario che coinvolse una ventina di Comuni al fine di “preservare la sostenibilità economica, sociale e ambientale dei territori interessati dai relativi progetti e, al contempo, contribuire a proteggere l’ecosistema marino, a conservare le risorse naturali, la vocazione turistica del territorio e la crescita economica delle comunità locali che traggono dal mare vitali quote di reddito”. Il sindaco stesso ne riferì nel Consiglio comunale del 20 febbraio 2014 e , nella conferenza di servizi svoltasi presso la Regione Puglia: “Il nostro Comune è stato convocato – spiegò il primo cittadino – esclusivamente perché nell’area di Manfredonia risiede una struttura strategica, che è la sottostazione Terna. In quell’occasione, abbiamo espresso parere favorevole, condizionato al ristoro e alla compensazione ambientale, perché tale parere non vincolante è riferito soltanto alla sottostazione a terra e non vi era alcun fondamento normativo e legislativo per cui dovessimo negarlo”.
Purtroppo, l’assessora non ha potuto rispondere a ciò che definimmo “gomitata di Magno” in quanto “il regolamento non permette di aggiungere altro dopo che si è risposto all’interrogazione ricevuta” (come ribadito nello stesso comunicato) e ci spiace non aver avuto i tasselli del puzzle per interpretare la sua frase fuori microfono “è impossibile”. Quell’esclamazione, insieme a “quale documento?”, erano espressione di incredulità in quanto, come chiarito dalla stessa Starace, il documento posto all’attenzione era “assolutamente slegato dall’interrogazione formulata”.
Spiace, insomma, che disturbi della comunicazione e poca correttezza possano portare a fraintendimenti di questa portata. Consola, invece, sapere che nonostante l’assessora svolga il suo lavoro da circa un anno, la sua conoscenza degli argomenti sia molto più ampia di quanto il tempo possa materialmente concedere.
Antonio Raffaele La Forgia