Domenica 22 Dicembre 2024

Il faro di Manfredonia compie 150 anni e l’Associazione Marinai d’Italia sezione di Manfredonia 30 (FOTO)

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150 anni e non li dimostra, questo il titolo scelto per le celebrazioni in occasione dei 150 anni del faro del Porto di Manfredonia ed i 30 anni dell’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) sezione di Manfredonia. La manifestazione si è svolta nella giornata di ieri 24 marzo 2018 in tre distinti momenti. Nella mattinata c’è stata la deposizione di una corona d’alloro al monumento a tutti caduti del mare situato sul Lungomare del Sole, poi la sfilata mattutina dei marinai in pensione e in servizio lungo Corso Manfredi fino alla Chiesa Stella dove è stata celebrata una messa commemorativa. Tra le autorità presenti, l’Ammiraglio Ispettore Capo Matteo Bisceglia (da pochi giorni insignito del Laurentino d’Oro della città di Manfredonia), il Contrammiraglio Pasquale Guerra ed il Comandante della Capitaneria di porto di Manfredonia, Capitano di Fregata Silvio Del Casale, mentre a rappresentare l’A.N.M.I. di Manfredonia c’era il suo Presidente, Cavaliere Luogotente a riposo Leonardo Salice oltre a diversi componenti dell’Associazone. La celebrazione nella parrocchia Stella Maris, è stata officiata da Don Alessandro, cerimonia religiosa molto toccante in onore della Madonna del Mare e in ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita in mare. In rappresentanza delle autorità politiche erano presenti l’Assessore Matteo Ognissanti in rappresentanza del Sindaco e il Vice presidente del Consiglio regionale della Puglia, Giandiego Gatta. La giornata dedicata agli uomini del mare si è conclusa nel pomeriggio con il convegno organizzato, presso il LUC di Manfredonia, dall’A.N.M.I. col patrocinio del Comune di Manfredonia. A dare l’avvio ai lavori è stato il discorso del consigliere A.N.M.I. Ing. Salvatore Guglielmi che ha ringraziato: il Comando Marittimo Sud, la Regione Puglia, la direzione degli armamenti navali, la Capitaneria di Porto di Manfredonia, l’autorità portuale del Mediterraneo Sud, il Parco Nazionale del Gargano, il Gal Daunofantino e la Società di Storia Patria ed il centro di addestramento aeronavale di Taranto. A fare seguito è stato il breve saluto rivolto da un’ assessore del Comune di Manfredonia in luogo del Sindaco, assenti per motivi istituzionali. Quindi sono iniziati gli interventi dei relatori, il primo è stato il Prof. Michele Ferri della Società di Storia Patria che ha parlato della situazione del Porto di Manfredonia nel primo decennio postunitario. Ha evidenziato come esso fosse strategico per i traffici commerciali nel Mediterraneo e per l’avvenire della città e come il porto di Manfredonia fosse soggetto a frequenti insabbiamenti poiché nel bacino portuale confluivano tutte le acque piovane che apportavano numerosi detriti. Per potenziare il flusso di merci nel porto si chiese la costruzione di una ferrovia tra le città di Manfredonia e Foggia, ma la richiesta fu bocciata: conseguenza immediata di questo fu l’aumento delle spese di transito per le merci che dal Nord della Capitanata e dal sud Molise dovevano raggiungere il porto di Barletta. L’On. Borghi interpellò sulla medesima questione Agostino Depretis, questi riuscì a fare approvare misure per lo scavo del porto e la costruzione di un faro a luce rossa fissa situato all’estremità del molo. Per tali interventi fu stanziata dal Ministero per i lavori pubblici una somma di 22.140 lire. In seguito il consiglio comunale di Manfredonia, venuto a conoscenza dell’ inconsistente aumento del fondale, decise di destinare quella somma al prolungamento della banchina di circa 100 metri ed alla realizzazione di un faro cui sopra. A causa dell’insabbiamento del fondale, i battelli a vapore erano costretti a fermarsi in rada, qui venivano inviate una o più barche sulle quali erano trasbordate le merci che poi avrebbero raggiunto il porto. In queste occasione, i battelli potevano rifornirsi di acqua o fare riparazioni: tale operatività del porto portò alcuni politici dell’epoca a chiedere l’istituzione di una scuola nautica e di una di cantieristica navale, ma nulla fu realizzato. Da documenti si legge come nel porto di Manfredonia c’era una forte esportazione di materie prime tra cui cereali ed olio d’oliva, mentre erano s’importavano: acquavite, pesce estero, tessuti e vetri. Nel frattempo il porto era stato degradato tra quelli di 4a classe il che implicava che eventuali migliorie sarebbero state esclusivamente a carico dell’amministrazione comunale e né il governo centrale né quello provinciale avrebbero stanziato una lira. Tutto questo portò, nel 1868 ad una riduzione dei traffici commerciali nel Porto di Manfredonia a vantaggio di quello di Barletta che era stato dotato di collegamento ferroviario con Foggia. Il secondo intervento è stato affidato alla Dottoressa Enrica Simonetti, dell’Università degli studi di Bari, che ha parlato in modo molto evocativo di diversi fari italiani costruiti, contemporaneamente a quello di Manfredonia, nei quali si narrano vicende noir molto interessanti; altresì ha sottolineato come la Puglia sia stata la prima delle regioni italiane ad illuminare le sue coste con fari marittimi, questo l’ha resa una punta di diamante in questo settore. Il terzo intervento è stato è stato affidato al Capitano di Fregata Giulio Carafa, in qualità di Comandante della Zona Fari della Marina Militare con sede in Taranto. Egli ha evidenziato come in Italia siano presenti ben 154 fari ai quali si sommano altre forme di segnalamento. Inoltre ha sottolineato l’importanza dei fari, in quanto essi furono tra le prime infrastrutture realizzate nell’Italia Unita; questo permise di realizzare una prima occasione di unità che unì il governo centrale ed quello periferico rappresentato dai comuni. Alla nascita del Regno d’Italia, la gestione fari era affidata ad una società privata, ad essa subentrò la Marina Militare dal 1910-1911. I fari erano e sono tutt’ora un punto di riferimento per le imbarcazioni in mare in quanto essi, emettendo una luce loro propria, permettono ai marinai di conoscere la propria posizione interpretando l’alternanza di lici ed ombre. La Marina Militare cominciò a gestire i fari in prossimità della Grande Guerra poiché tali forme di segnalamento servivano ad ostacolare l’avversario che così non poteva intercettare la costa: questo fu possibile attraverso l’adozione di alcune modifiche come quella di alterare il ritmo di luci ed ombre o addirittura nello spegnere il faro per un certo lasso di tempo. Il Capitano Carafa ha sottolineato come oggigiorno i fari siano soggetti a migliorie tecnologiche, ma rimangono ancora attivi poiché concorrono alla sicurezza in mare. Poi si è soffermato sulla struttura architettonica del faro: in esso sono presenti 4 alloggi più alcuni magazzini. L’alternanza di luci ed ombre è prodotta attraverso la rotazione delle lenti di Fresnel, anticamente per permettere questo movimento in ciascun faro erano presenti 2- 3 persone che si alternavano ogni 24 ore. Dato l’innovamento tecnologico, oggi i faristi costituiscono un settore in progressiva contrazione, ma ha sottolineato il Cap. Carafa la loro presenza non sarà mai ridotta a zero. In conclusione ha dato ai presenti una notizia inedita: da alcuni giorni è iniziata la pulizia dei vetri che circondano il faro, tale operazione sarà ultimata il 31 agosto ed in tale occasione esso sarà restituito alla cittadinanza in tutta la sua bellezza. Dopo il Capitano Carafa è stata la volta del Contrammiraglio Pasquale Guerra, comandante del centro di addestramento aeronavale della Marina Militare con sede in Taranto, in questa veste egli ha parlato delle attività condotte nel centro: si preparano militari capaci di intervenire in caso di allagamento dello scafo di una nave, come pure capaci nel prestare intervento medico a colleghi feriti, che poi saranno trasportati a mezzo di elicottero nell’ospedale più vicino. In quest’occasione il Contrammiraglio Guerra ha sottolineato come i fari siano fondamentali nel permettere manovre di uscita ed entrata in porto di navi con stazza più o meno grande. Dopo il contrammiraglio Guerra, ha preso la parola l’ Ammiraglio Ispettore Capo Bisceglia il quale ha ringraziato pubblicamente il farista di Manfredonia Ottavio Greco per il suo instancabile lavoro. A ricordo della serata è stato donato ai relatori ed al Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia uno schizzo ad acquerello che ritrae la città col suo faro, l’Ammiraglio Bisceglia ha donato al farista il crest degli Armamenti Navali, comandata dal militare cui sopra. Un rappresentante dell’A.N.M.I. Puglia settentrionale- Basilicata ha consegnato all’Ammiraglio Bisceglia un trullo in ceramica in ricordo di quest’evento. Le iniziative per il 150° proseguiranno una mostra di documenti storici e di modellismo navale che avrà luogo dal 7 al 14 aprile presso il LUC di Manfredonia. L’evento ha visto la presenza di molto pubblico ed è stata una bella iniziativa, ben organizzata.

Michele Carpato

 

Foto di Lorenzo Tagliamonte

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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