Il Coordinamento Cittadino invita tutte le Associazioni del territorio, i cittadini e le cittadine ad incontrarsi per discuterne il giorno 22 c.m. alle ore 17,30, presso il Centro Diurno “Alda Merini” in via Orto Sdanga 97 .” Anche se non ve ne siete accorti, siete lo stesso coinvolti!”, è detto nel comunicato. Ora abbiamo la conferma della grave situazione della Salute a Manfredonia. In realtà tutta la Città, per esperienza diretta di malattie o malformazioni congenite accadute nelle famiglie, sapeva che le cose non andavano bene, ma ora abbiamo dati certi. Lo Studio, fatto dalla Commissione scientifica, i cui risultati sono stati presentati e illustrati il 16 giugno del 2017, nella Sala Consiliare del Comune di Manfredonia, ci mostra infatti uno “scenario” poco rassicurante.
– Manfredonia dal ‘76 in poi ha perso il vantaggio di salute che deteneva rispetto al resto della Regione Puglia e per questo ci si ammala di più.
– si muore di tumore ai polmoni nella misura di 14 casi all’anno in più rispetto ai dati regionali che comprendono Taranto e Brindisi, siti largamente inquinati.
– dagli anni novanta in poi si registrano 2 casi in più di morti per malattie cardiovascolari;
– nascono più bambini con malformazioni congenite rispetto alla media regionale e nazionale.
Anche risultati dello studio sulla coorte dei lavoratori del dott. Emilio Gianicolo confermano un dato preoccupante circa la mortalità per cause di malattia in particolare il tumore al polmone riconducibili all’arsenico.
Insomma l’incidente del 1976 non è un fatto che riguarda il passato, ma il presente. L’arsenico ha un periodo di incubazione di 20\25 anni e dunque, oggi soprattutto, emergono le conseguenze. Non solo, la situazione della nostra Città martoriata si aggrava sempre di più dato che il territorio non è stato risanato. Gli inquinanti sono quasi tutti presenti lì dove sono stati interrati allora e continuano a creare danni su danni non solo alla salute della popolazione, ma anche alla terra e al mare. Continue infatti sono le fuoruscite di inquinanti sulla costa e in mare come dimostra l’intervento nell’aprile scorso della Capitaneria di Porto di Manfredonia dopo la comparsa di una sorgente arancione in località “Pezza dell’Abate”.
Cosa altro serve per vedere la realtà? Non possiamo più dire: io non sapevo, io non so! Ora sappiamo e tocca a ognuno di noi prendersi il pezzo di responsabilità per aver cura della nostra vita e quella dei nostri cari. Se non incominciamo a lottare perché siano fatte le azioni necessarie non potremo più lamentarci di Manfredonia come città ferita perché tra poco sarà una città perduta!