Lo sanno bene, la professoressa Caterina Laganara dell’Università di Bari e tutti gli archeologi che negli anni hanno scavato presso il sito di Siponto, che il nostro rappresenta uno dei più importanti e interessanti siti archeologici del Mezzogiorno italiano. Città di antica origine romana, la cui documentazione archeologica inizia a farsi interessante a partire dal II secolo a.C., nonostante le tracce, ceramiche e non solo, ben più remote e riferibili all’età preromana. Il sito archeologico di Siponto, ormai tra i più frequentati siti pugliesi grazie allo slancio dato alla visibilità dell’area con l’installazione della “Basilica fantasma” di Tresoldi, in realtà non può non considerarsi come un’area che, per l’enorme valore del proprio patrimonio archeologico, richiede attenzioni e soprattutto finanziamenti costanti e sistematici che siano in grado di assicurare l’emergere di una colonia, ancora quasi totalmente nascosta dalle stratificazioni più recenti che ostruiscono la visione più completa della grandiosità che il sito sipontino rappresentò. La città, dalla quale nascerà nel medioevo Manfredonia, presentava un impianto urbano di forma trapezoidale perimetrato da possenti e robuste mura, costruite con blocchi di calcare locale di provenienza marina. Recentemente Stefania Mola, autrice del libro Il giro della Puglia in 501 luoghi ha dedicato una sezione del suo lavoro proprio a Manfredonia e al sito archeologico di Siponto. La descrizione che ne viene fuori è di quelle più suggestive e in grado di attirare le attenzioni di chi quel posto, protetto dal sacro Gargano e dove lo sguardo si estende a perdita d’occhio tra la pianura, la Murgia e il mare, non lo ha mai visitato. “Ai piedi del Gargano, la costa si incunea nel golfo di Manfredonia, con la città poco distante dal luogo in cui sorgevano un tempo il porto e l’abitato di Siponto, antichissimo vescovado, città romana e poi bizantina: la cosiddetta Ravenna del Sud, con le sue chiese rivestite di mosaici, i suoi palazzi e le vicine paludi che la difendevano dagli attacchi dei barbari. Alla fine del XII secolo agonizzava. Al resto pensarono i terremoti. E così scomparve, lasciando testimonianza del suo glorioso passato la enigmatica chiesa medievale di Santa Maria di Siponto”. Oggi, a Manfredonia, dovremmo sentire sempre più la necessità di scoprire e far riaffiorare quel glorioso passato che dice di noi, delle nostre risorse e del punto di riferimento che la nostra città e la sua genitrice hanno rappresentato nei secoli in cui nascevano le nostre radici.
Giovanni Gatta
Luogo magico