Gli avvenimenti di cronaca nera incidono profondamente nell’immaginario collettivo con una maggiore risonanza rispetto a quelli positivi. Gli studiosi sostengono che il bombardamento di “negatività” condiziona l’operato delle persone che da semplici spettatori potrebbero immedesimarsi in quelle vicende di violenza e sopraffazione. Basti pensare alla tragica vicenda accaduta a Cisterna di Latina e all’inquisizione scatenatasi nei Social Network. La “comunità” per crescere responsabilmente ha bisogno di avere “buoni” esempi ed emulare le “buone” azioni. Non importa se non hanno un gran eco ma sono efficaci perché orientano le future azioni verso il soddisfacimento del “bene comune”. Il “bene” per eccellenza si diffonde attraverso la “preghiera” che crea delle barriere di protezione alla comunità che la esercita. A Manfredonia sono presenti diversi “gruppi di preghiera” che la esercitano privatamente o in associazioni di volontariato. Ricordiamo quello dei “ricostruttori” operosi nell’Abbazia di San Leonardo. Un altro è rappresentato dal “Gruppo degli amici di Santa Giovanna Antida” presente da oltre dieci anni presso l’Istituto “San Francesco da Paola” e guidato dalle suore della carità. Giovedì 8 marzo in occasione della “Giornata Internazionale della donna” il Gruppo ha organizzato nel salone dell’Istituto un incontro aperto alla cittadinanza, condividendo importanti riflessioni sulle problematiche del mondo femminile e della famiglia. Sono intervenuti alcuni esperti: il poliziotto, Franco Trotta, da meno di un mese andato in pensione che ha sottolineato quanto sia importante denunciare tempestivamente le violenze domestiche. Invece i coniugi avv.ti Lombardi Matteo e Mattia hanno offerto un bellissimo contributo sulle dinamiche che oggigiorno minano le relazioni di coppia. Da circa tre anni dirigono un seminario promosso dalla Diocesi di Manfredonia per sostenere le famiglie in difficoltà, le coppie separate o quanti hanno la curiosità e maturità di voler comprendere che attraverso l’auto-mutuo-aiuto è possibile curare le ferite che lacerano l’animo non confortato dalla preghiera. Quindi il motore propulsore che aiuta a curare le “ferite” è: la preghiera. “San Pio da Pietralcina sosteneva che la preghiera vola in cielo se due, meglio più persone si riuniscono in orazione. Infatti essa è più efficace”. Ricorda il dott. Giuseppe Villani durante l’incontro tenutosi, sabato 10 marzo, nell’auditorium della Casa di Riposo “Stella Maris” a Siponto. La giornata di ritiro-spirituale è stata promossa dal sacerdote-psicologo-formatore Don Vincent Sasi, presente da qualche anno nella Comunità di Manfredonia e in quella della Frazione Montagna a San Salvatore. Il carisma di Don Vincent è così potente ed impregnato della Sapienza del Signore tanto da coinvolgere oltre un centinaio di persone durante l’incontro-formativo incentrato sul senso del “perdono”. Tante le testimonianze che hanno commosso i fedeli presenti con i racconti delle varie esperienze vissute in famiglia o al lavoro. Don Vincent ha mostrato a tutti i fedeli presenti con la parabola del figliol prodigo (Luca 15,11-32) come il “perdono” del Padre possa alleviare il dolore, curando le ferite. La tesi di Don Sasi: “il Perdono, la preghiera e l’abbraccio sono funzionali all’Autoterapia. La terapia dell’abbraccio rafforza il sistema immunitario e l’autostima”. Il male, le sofferenze, il rancore, l’odio, l’invidia se perdurano a lungo conducono alla malattia degli organi umani, cagionando perfino il tumore. Tutto il male interiore si riversa sull’organismo, dilaniandolo. Non è facile perdonare! Occorre seguire un percorso per curare le ferite interiori. Infatti la psicologa e psicoterapeuta, dott.ssa Bernadetta Villani, nativa di San Giovanni Rotondo, che esercita la professione nel distretto di Fano, ha esposto delle riflessioni utili per riconoscere i campanelli d’allarme ed elaborare il dolore che ci affligge. Sostiene la psicologa “I macigni del malessere e delle frustrazioni causati da uno specifico avvenimento o persona si debellano, esercitando il perdono”. Questa consapevolezza matura attraverso la preghiera. La psicologa attraverso la proiezione dell’immagine del cuore pietrificato che si trasforma in una pietra preziosa e brillante ci fa comprendere che il dolore non è eterno e può diventare una risorsa se si intraprende il percorso del perdono.
Pensiamo alla similitudine della “perla”. E’ bella. Sappiamo che nasce dal dolore. Infatti un granello di sabbia penetra nell’ostrica, ferendola. Essa si protegge coprendo il granello con strati di madreperla. Quindi si possono curare le ferite coprendole d’amore. Solo Dio ci insegna come fare: con la preghiera.
I due eventi, appena presentati, sono uniti da un comune denominatore: l’amore. Si può uscire dallo stato di disagio se sperimentiamo insieme agli altri la gioia e la magia della preghiera. Così impariamo a “perdonare” e a regalarci la serenità di vivere in famiglia e di fare il bene per la Comunità. Auguriamo che questi incontri di comunione e di preghiera si incrementino a Manfredonia, coinvolgendo anche le generazioni future per fare un efficace prevenzione.
Grazia Amoruso