Nella tarda mattinata di sabato scorso i Carabinieri Cacciatori degli Squadroni di Calabria e Sicilia, impegnati insieme a quelli di Sardegna in un certosino lavoro di censimento, georeferenziazione e ispezione degli anfratti naturali che caratterizzano il Gargano, hanno fatto un’altra macabra scoperta.
In località “Paradiso selvaggio”, a Vieste, a poche ore da un analogo rinvenimento fatto sempre nel territorio dello stesso Comune, hanno trovato le ossa di un piede.
Sul fondo di una gravina, ad una profondità di circa sei metri, i militari hanno trovato un paio di vecchi stivali di gomma, del tipo di quelli generalmente usati per portare al pascolo e governare greggi e armenti, uno ormai quasi completamente disfatto, l’altro quasi integro. E proprio all’interno di quest’ultimo c’erano le falangi di un piede. Le condizioni di quanto ritrovato fanno inevitabilmente pensare che fossero là da tempo.
L’opera dei Carabinieri Cacciatori, finalizzata a “preparare il terreno” ai colleghi che ormai a breve si stanzieranno definitivamente sul promontorio, sta un po’ alla volta costringendo il Gargano a restituire i corpi delle tante vittime di “lupara bianca” che, negli ultimi decenni, hanno accompagnato il radicamento della criminalità organizzata in territori meravigliosi come quelli di Vieste stessa, Mattinata e Monte Sant’Angelo, ma non solo, mettendone a gravissimo rischio ogni forma di vero sviluppo.
I miseri resti rinvenuti sabato verranno anch’essi inviati al RIS di Roma, per gli accertamenti tecnici finalizzati a identificare quest’altra vittima della criminalità organizzata locale.
Proprio nella stessa località, il 6 luglio del 2011, era stata ritrovata la Fiat Punto del 41enne Francesco li Bergolis, misteriosamente scomparso un mese prima, appartenente alla nota famiglia di Monte Sant’Angelo, coinvolta in una sanguinosa faida che per anni ha disseminato di morti e feriti quegli splendidi territori.