Con poco tre quarti di schede scrutinate al Senato (49.086 sezioni su 61.401), il M5S la forza politica più votata, con il 31,38% dei consensi. Alle sue spalle, ma molto distanziato, c’è il Pd che si ferma al 19,62%. La coalizione di centrosinistra si attesta al 23,79%. Non contribuiscono più di tanto le liste alleate: +Europa non va oltre il 2,45%, Italia Europa Insieme è allo 0,53%, la lista Civica Popolare Lorenzin allo 0,49% e l’Svp allo 0,48%. A livello di coalizioni è il centrodestra a prevalere, con un risultato complessivo del 37,55%. Il «derby» interno è però stato vinto dalla Lega, con il 18,418%, che stacca Forza Italia (14,25%), Fratelli d’Italia (4,27%) e Noi con l’Italia Udc(1,18%). Deludente il risultato di Liberi e Uguali che con il 3,33% dovrebbe riuscire ad accedere in Parlamento ma con un numero esiguo di seggi. Al di fuori delle coalizioni principali, Potere al Popolo ottiene l’1,08%, Casapound lo 0,8%, il Popolo della famiglia lo 0,7%.
Alla Camera, dove sono state scrutinate 42.697 schede elettorali su 61.401 (poco più della metà), sono sempre i Cinque Stelle a raccogliere la percentuale di voti più alta, con il 31,66%. La coalizione di centrodestra complessivamente arriva al 37,07%, e anche in questo caso è la Lega al suo interno a prevalere, con il 18,33%, seguita da Forza Italia, che resta ferma al 13,76%, e staccata di tanto da Fratelli d’Italia (4,30%) e Noi con l’Italia (1,27%). Anche alla Camera la coalizione di centrosinistra non arriva al 25%, fermandosi al 23,64%, con i Dem al 19,30%, e gli altri partiti che non raggiungono la soglia del 3%: +Europa al 2,68%, Italia Europa Insieme che raccatta uno 0,57%, Svp-Patt lo 0,46% e la Popolare dell’ex ministra alla Salute Lorenzin uno 0,48%. Leu supera invece la soglia, ma di poco: è al 3,49%.
Maggioranza impossibile
Il quadro politico è più confuso che mai. Nessuna coalizione ha raggiunto il 40% e non ci sarà una maggioranza in alcuno dei due rami del Parlamento. La possibilità di dare vita ad un nuovo governo passerà necessariamente da intese tra forze politiche avversarie. Prospettiva che questa volta sembra essere accettata anche dal Movimento 5 Stelle, che nel 2013 aveva respinto tutte le avances di Bersani: commentando i risultati, Alfonso Bonafede, deputato uscente e candidato ministro della Giustizia di un governo pentastellato, ha parlato di «risultato straordinario» e rimarcato che «il M5S sarà il pilastro della prossima legislatura». Una dichiarazione che, pur nella rivendicazione della primazia del Movimento, lascia la porta aperta a possibili intese con altre forze politiche. Quali, però, è tutto da vedere. Il sorpasso di Salvini su Berlusconi comporta uno spostamento a destra della linea politica della coalizione con un rafforzamento delle posizioni euroscettiche. Un punto di possibile contatto, questo, tra il Carroccio e i grillini. Tirando le somme, è evidente come un italiano su due abbia votato per M5S o Lega. Potrebbe essere questa, dunque, la nuova maggioranza.