Questo il punto focale del libro “Matrimonio siriano” di Laura Tangherlini presentato domenica 25 febbraio presso Palazzo dei Celestini a Manfredonia.

Laura Tangherlini è una giornalista in forza a Rai News24 dal 2007: qui lavora presso la redazione Esteri.(Fonte: Wikipedia) Matrimonio siriano è il terzo libro che è dedicato alla Siria; i primi due sono “Siria in fuga. L’emergenza umanitaria dei profughi siriani in Libano o in Giordania” del 2013 e “Libano nel baratro della crisi siriana. L’emergenza umanitaria, il ruolo di Hezbollah, le implicazioni geopolitiche in Medio Oriente” del 2014.

Matrimonio siriano nasce così: Laura va in Siria nel 2009 e qui si ferma per due mesi per approfondire la sua conoscenza dell’arabo.

In questi due mesi, Laura conosce diversi ragazzi e ragazze con i quali stringe amicizia.

Tornata in Italia, si sente impotente dinanzi alla guerra che si sta consumando in quel Paese, ma soprattutto vuole staccarsi dalla cronaca asettica e veloce dei telegiornali che, dando soli numeri relativi ai morti non mette in evidenza gli enormi traumi che la guerra provoca in chi resta in vita.

La giornalista mette in evidenza come questa guerra sia terribile poiché viene combattuta quartiere per quartiere e  molto spesso la vita della popolazione è sconvolta dall’improvvisa irruzione di truppe di Assad in casa propria.

Molti di quelli che rimangono in vita sono costretti a fuggire in paesi vicini come il Libano o la Palestina o la Turchia: qui vivono in  campi profughi dove sono assistiti  grazie agli aiuti umanitari provenienti da OGN (=Organizzazioni Non Governative, cioè associazioni prive di legami con i governi locali) come Terre des Hommes.

Così decide di tornare in Siria a raccogliere le voci dei sopravvissuti ai bombardamenti: tra questi particolarmente scottanti sono quelli dei bambini: alcuni lamentano l’impossibilità di andare a scuola; altri dicono con lucida freddezza che, una volta finita la guerra, torneranno in Siria e qui troveranno strade deserte e tanti morti.

La vita dei bambini scappati dalla Siria è particolarmente dura in Turchia: qui i bambini vengono lasciati dalle loro madri, che vanno a lavorare, in delle strutture protette quali centri diurni o orfanotrofi nei quali possono studiare e ricevere assistenza. Le madri lo fanno per mettere al sicuro i loro figli dai trafficanti di essere umani, molto presenti in territorio turco.

 

Per rendere la serata, un po’ meno cupa, Laura e suo marito Marco Ro’(musicista), hanno deciso di mostrare alcune clip sintetiche del loro matrimonio in Siria. Tra questi uno è stato molto toccante: quello in cui protagonista era un orfano siriano. Questo bambino di 11 anni aveva perso suo padre ucciso da un cecchino.

 

Il matrimonio si è svolto secondo la tradizione, seppur con alcune modifiche: infatti,i soldi che i parenti hanno dato alla coppia sono stati usati per comprare giubbotti invernali e materiale di cancelleria che poi Marco e Laura hanno distribuito ai bambini siriani, felicissimi per quello che ricevevano ma soprattutto per l’affetto che Laura e Marco dimostravano verso di loro.

Verso la fine della serata, Laura ha sottolineato come l’opinione dei siriani sia cambiata: nel 2011, all’inizio del conflitto volevano che la comunità internazionale si rendesse conto di quello che stava succedendo in Siria, oggi i siriani chiedono che si ponga fine alla ingerenze straniere in Siria poiché esse hanno peggiorato la situazione e ridotto il Paese alla fame.

 

Durante la serata il marito di Laura, Marco Ro’ ha eseguito alla chitarra due brani “A un passo da te” scritto traendo spunto da una lettera appello di una bambina di 8 anni che chiedeva di porre finire al conflitto e “Dune” cantato da Marco e Laura. I videoclip di entrambi i brani sono disponibili online.

Il libro “Matrimonio siriano” è edito dalla casa editrice Infinto edizioni ed i diritti d’autore vanno a finanziare i progetti dell’ONG Terre des hommes.

 

Il libro è accompagnato da un dvd con un documentario; il libro è acquistabile presso qualsiasi libreria ed un costo di 19€.

All’incontro ha partecipato poco pubblico.

 

Michele Carpato