OGGETTO: Opposizione alla realizzazione del parco eolico off-shore nel tratto di mare compreso tra Manfredonia, Margherita di Savoia e Barletta ad opera della società TREVI Energy spa di cui al medesimo avviso reso pubblico dalla Capitaneria di Porto in indirizzo.
Noi cittadini/e dell’Associazione Politico-Culturale “Manfredonia Nuova” chiediamo all’Ente preposto di non rilasciare la concessione demaniale marittima per la realizzazione dell’impianto eolico off-shore, nonché delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio dell’impianto stesso per uno specchio d’acqua di 42 Kmq, perché entrano in conflitto interessi contrapposti, quello della TREVI, camuffato come progetto di pubblica utilità e quelli ben più corposi della sicurezza e di tipo economico, sociale e ambientale legati alle attività della pesca e del turismo derivanti dalle aree interessate.
Infatti, la zona individuata per l’installazione di ben 50 torri eoliche di grossa taglia è interessata da un intenso traffico di motopescherecci del basso Adriatico (principalmente Molfetta, Bisceglie, Trani, Zapponeta, Margherita di Savoia, Manfredonia: circa 250 del solo comparto di Manfredonia e Zapponeta!) e da diporto.
La presenza di impianti eolici off-shore determina una limitazione alla navigazione e un ostacolo per le imbarcazioni che sono obbligate a fare dei percorsi molto più lunghi per accedere ai litorali che fronteggiano gli impianti. Durante la navigazione notturna le luci di segnalazione delle torri eoliche sono causa di un notevole inquinamento visivo. I rischi di incidenti e collisione tra imbarcazioni e impatti contro le torri eoliche possono aumentare sensibilmente a causa di condizioni meteo marine avverse. L’area interessata da tale rischio, e quindi da sottoporsi a interdizione per criteri di sicurezza, si dovrà estendere ulteriormente in considerazione del calcolo della gittata della pala in caso di rottura ma ancor più in caso di rottura di frammenti di essa e relativa gittata, notevolmente superiore, come ampiamente dimostrato e normalmente non riportato in tali progetti che si limitano a considerare solo la prima ipotesi.
“Un altro problema per la sicurezza, e quindi relativa difficoltà di utilizzare il comprensorio acqueo contermine all’impianto, è dato dall’elevata segnatura radar delle pale delle turbine in rotazione: in pratica queste, come le pale dei rotori degli elicotteri, sono visti dai radar come oggetti molto grandi che possono essere confusi con gli echi di ritorno di aerei; questo può generare problemi sia per sistemi civili di controllo del traffico che per quelli militari della difesa aerea” ( Claudio Boccalatte)
Evidenziamo, inoltre che, qualora dovesse avere seguito anche il progetto, momentaneamente sospeso, dell’impianto eolico off-shore della WPD ( che interesserebbe un’area marina di ben 77,15 Kmq, sempre nel Golfo di Manfredonia) si avrebbe un impatto cumulativo devastante per il nostro mare e per la sicurezza della navigazione, che evidentemente si tradurrebbe anche in termini di utilizzo e beneficio del bene demaniale marittimo.
Non si esclude, poi, la presenza di una grande quantità di ordigni bellici in quell’area demaniale mai bonificata ( vedere Gianni Lannes “Bombe a … Mare!Dall’iprite all’uranio sporco nei mari d’Italia” Nexus ed., 2018)
E’ risaputa la grande importanza che rappresenta per l’economia locale la pesca, che dà lavoro a più di mille addetti tra imprese dirette e indotto solo tra Manfredonia e Zapponeta, e il turismo che sono la base portante di tutta l’economia locale.
Riteniamo che l’installazione delle turbine nel fondale marino potrebbe deviarne le correnti, modificando l‘assetto geomorfologico e la presenza della fauna e flora con probabili effetti negativi sulla subsidenza ed erosione della costa. Le acque del Golfo di Manfredonia sono ritenute dai ricercatori tra le zone più importanti di ripopolamento e di riproduzione ittica del Basso Adriatico e del Mediterraneo. La preparazione dell’area demaniale marittima dove dovrebbero sorgere gli impianti eolici è devastante. Il fondale per poter ospitare le strutture eoliche necessita di un’intensa trasformazione ad alto impatto ambientale, incompatibile con la vita marina e quindi con l’uso delle risorse proprie di un bene collettivo quale è il demanio marittimo.
In merito a quest’ultimo punto, abbiamo verificato dalle coordinate acquisite la presenza di scogliere sommerse per un lungo tratto interessato dal progetto.
Per quanto esposto si rimane in attesa di conoscere gli sviluppi del procedimento, con riserva di produrre azioni successive.
Manfredonia 6 febbraio 2018
ASSOCIAZIONE CULTURALE E POLITICA La Presidente
MANFREDONIA NUOVA Ins. Enrica Amodeo