Ho letto del concorso o, per dirla in italiano corrente, Contest abbinato al Carnevale per designare, appunto, “La Principessa del Carnevale di Manfredonia2018”. https://www.manfredonianews.it/2018/02/01/selezionate-le-10-aspiranti-principesse-del-carnevale-2018-ecco-i-nomi/.
Premessa: ogni buona considerazione per queste belle e, senza dubbio, simpatiche ragazze che si prestano al gioco dello shooting (sempre per dirla in italiano “figo”) per essere affiancate, reginette, alla nostra sempreverde maschera cittadina Ze Peppe.
Ammetto, però, di essermi annoiata alla Narrazione… Sempre la strada ultraconvenzionale (banale?) della favola della bella Principessa che sposa il suo Principe (qui, simbolicamente, il Carnevale). Ma non è che si poteva provare a sparigliare il tavolo lavorando sull’immaginario collettivo e proponendo come concorso chesso’… “L’alter ego al femminile di Ze Peppe”? O “Ze Peppe al femminile”? Lasciando, così, più spazio alla creatività e “allargando” rispetto al consueto concetto della bellezza femminile; allargando anche per età, intendo. Che c’è un senso pieno anche in quello?!..
E per la madrina del carnevale, io non so molto della Leotta (spero sia il nome giusto), sarà un’ottima professionista certamente, molto mediatica, come dice Mazzone. Ma, anche lì, la primissima categoria che salta in mente è quella della Bella associata, in questo caso, allo Sport (altra pista comunicativa originalissima… in televisione e non solo). Non è che si poteva puntare di più, ad esempio su simpatia e pensiero, e provare ad invitare una tipo Virginia Raffaele? Simpatica imitatrice e attrice comica e quindi nelle corde giuste per il Carnevale ma con più chiavi di lettura, a mio umilissimo parere? O, sulla stessa linea, sempre lavorando sulla multidimensionalità, una Geppi Cucciari, era forse male??
Il Carnevale è anche cultura, d’accordissimo. Allora più sperimentazione e ricerca sull’immaginario femminile!! Che cosa è mediatico, alla fin fine, è ciò che lo diventa o si fa diventare.. Più complessità, imprevedibilità, anticonvenzionalità rispetto alle “solite” categorie correnti del Costume (inteso in molti sensi)! Meno Principesse che anche quelle ormai.. hanno rinunciato al tulle per solcare tutti i mari. I principi azzurri scarseggiano assai, e pure Ze Peppe, secondo me, avrebbe più piacere con al fianco una dalla taglia imprevedibile e d’imprevisto styling. Hai visto mai che le boutique per signora siano sprovviste di abiti chiccosi oltre la taglia 46?? Via non ci crede nessuno.
Vittoria Gentile