PROLOGO (Una storia di pesi e misure)
Prendi dell’acciaio, diciamo il 94,4% della cosa finale che devi realizzare; ed aggiungici un po’ di rame, per dargli un colore bronzato. Mescola e fondi, brucia fondi e mescola e fanne un tondino. Poi chiedi ad un belga di rappresentare la Terra, così, per decorarne un lato. E sull’altro, se sei in Italia mettici, chessò, la Mole di Torino.
Quanto può valere un’opera così? Ve lo dico io, anche perché il prezzo lo reca inciso addosso: 2 centesimi di euro.
È una delle nostre monete, e pesa un soffio: 3 grammi e zerosei. Per i cinefili, è facile pensare che ce ne vogliono quasi sette per arrivare ai 21 grammi di un’anima cristiana.
SVOLGIMENTO (Conta che ti passa)
ll Carnevale è una cosa seria. E, checché ne possano pensare i maestri del dubbio permanente, ne sono tante le conferme. Il Carnevale è una cosa seria. E non è uno scherzo.
Non voglio perder tempo sulla tanto proclamata (e non certo ancora conclamata) vocazione turistica del territorio, o sulle valenze culturali, di valorizzazione delle tradizioni, di sviluppo occupazionale legato alle imprese creative e all’indotto. Ma su qualcos’altro vorrei che si riflettesse. Pensiamo solo al fatto che, ormai, la competizione tra i territori è esasperata, e molto si gioca sull’offerta di eventi e cultura: oggi i flussi si muovono tra le città non solo per questioni legate alle opportunità lavorative, ma anche per l’offerta culturale locale. Il Carnevale è la punta di diamante della nostra offerta, innalzato negli ultimi tempi a manifestazione dalla forte attrattività e dal grande impatto mediatico. È da mesi che siamo subissati di richieste sul programma da parte di tour operator e pullman, mentre il ritrovato entusiasmo della comunità per il suo Carnevale si riverbera nella grande partecipazione di scuole e gruppi e nel fatto che sono tanti gli sponsor privati a crederci. L’Agenzia del Turismo si sta facendo, tra l’altro, promotrice di un sistema dei Carnevali di Puglia, che fa seguito al riconoscimento ottenuto di manifestazione d’interesse culturale regionale. Prima ancora l’Agenzia, sul finire del 2015, ha lavorato alla candidatura del Carnevale di Manfredonia perché conseguisse il riconoscimento previsto dal Bando MiBACT sui Carnevali storici (in seguito ottenuto in virtù dell’aggiudicazione del bando). Poi il lavoro dell’Associazione Carnevalia, di cui Manfredonia è socia fondatrice, perché quel risultato assumesse carattere di durata e fosse foriero di conseguenze positive. Quindi, finalmente, il riconoscimento del Carnevale italiano come Patrimonio culturale del nostro Paese, ricevuto dal Ministero della Cultura un paio di mesi fa. Infine – la sostanza, dopo la forma – l’inserimento delle manifestazioni carnevalesche tra le azioni finanziabili con il FUS (Fondo unico per lo spettacolo), e l’attribuzione di risorse per 2 milioni di euro annui per il triennio 2018, 2019, 2020.
Ma ancora qualche parola voglio spenderla per due pensieri che non mi stanco di rilanciare in ogni occasione: uno) nel tempo in cui, da Bruxelles a Bari passando da Roma, si rimarca l’importanza e le opportunità crescenti per le imprese culturali e creative, sarebbe imperdonabile rinunciare a questa leva per i tanti operatori del carnevale, tutti ascrivibili al comparto creativo; due) nel momento in cui la marginalità dei territori, la dispersione scolastica, il basso livello culturale medio, la mancanza di luoghi di aggregazione e inclusione sociale attanaglia, soffocandole, le comunità più periferiche (come la nostra…), non è possibile non rendersi conto del miracolo relazionale e comportamentale che lega, nei mesi di preparazione al Carnevale degl’Istituti scolastici, una comunità in cui come per magia lavorano spalla a spalla insegnanti, alunni e genitori. Un modello di socialità tra i più alti che possiamo vantare.
Non aggiungo nulla su chi è direttamente e positivamente coinvolto dall’economia del Carnevale: i fornitori, le strutture ricettive, gli esercizi commerciali, i maestri e gli artigiani della cartapesta, i creatori di abiti e coreografie…
Per tutti questi motivi, il Carnevale di Manfredonia rappresenta una straordinaria leva per muovere sviluppo economico e occupazionale: talmente importante da dover spingere in ogni modo l’Amministrazione comunale a partecipare finanziariamente alla sua realizzazione. Di più: il Carnevale può a buon diritto essere considerato il terreno più fertile su cui cominciare ad esercitare virtuose politiche di cooperazione tra il pubblico e il privato.
L’Agenzia del Turismo sta facendo la sua parte: l’impegno finanziario del comune è passato dal 92% delle scorse edizioni al 55% del 2017, anno nel quale sono triplicati gli incassi da raccolta pubblicitaria. Il lavoro sui bandi pubblici ha portato all’aggiudicazione di risorse, per il Carnevale, di 90.000 euro; e, difficile a crederci, siamo ancora in attesa della definizione del Bando regionale sulle attività culturali per il triennio 2017, 2018 e 2019. L’Agenzia, ovviamente, ha candidato il suo progetto ma, ahimè, due delle tre annualità sono trascorse e la graduatoria non è stata ancora pubblicata. Allargando la visuale, forse è opportuno snocciolare ancora qualche dato: l’Agenzia del Turismo è “costata” negli ultimi due anni, al Comune di Manfredonia, circa 10.000 euro (imputabili ai “costi di gestione”). Sapete quanto ha messo insieme, tra sponsorizzazioni private e finanziamenti da progetti negli stessi due anni? Circa 352.000 euro. Come giudichereste l’opera di un soggetto che produce un aumento delle risorse investite di circa il 3.500% (tremilacinquecento per cento), cioè che moltiplica il capitale per 35 volte? I numeri, mio malgrado, sono una cosa molto ostinata. Raccontano parecchio, a dispetto del rumore di fondo di un chiacchiericcio diffuso e lacunoso di conoscenze.
E i conti, qui e ora, si fanno parziali: a tutto occorre sommare due centesimi. Poco più di tre grammi a dare il peso ad un impegno inconsistente: la somma che l’Amministrazione comunale ha deciso di investire sul Carnevale di Manfredonia 2018. Il traguardo finale della produzione di documenti e dossier sul Carnevale, elaborati dall’Agenzia a sostegno della richiesta di finanziamento. Un esito atteso, dal momento che, negli ultimi incontri, si era ormai palesata la non capacità tecnica e politica di trovare una soluzione. Due centesimi: tornando alla loro consistenza, pesano enormemente meno del mio malinconico sconforto.
EPILOGO (In marcia)
Quanto pesano le anime della città? Sospeso tra Gogol’ ed Iñárritu, scribacchio d’impeto le mie riflessioni finali.
Resto convinto che debba aumentare il grado di consapevolezza della nostra comunità sulle criticità che l’affliggono; non può passare sotto silenzio o nell’indifferenza apatica l’enorme sforzo che abbiamo fatto e che stiamo tuttora producendo per far sì che non venisse meno la straordinaria opportunità del Carnevale, pur in mancanza del contributo comunale. Una comunità consapevole è una comunità più forte, una comunità che può accettare la sfida del futuro; ma occorre che la sua opinione si faccia massa critica di pensiero forte, che elevi la sua voce in modo chiaro e netto e non resti mero esercizio di critica e di sfogo, al peggio relegato nella tristezza e nel rancore ignorante di un post.
Resto tragicamente convinto che non è più tempo di aspettare l’intervento di un deus ex machina che, come per incanto, si cali dall’alto per scacciare ansie e paure. È tempo invece di essere protagonisti, è tempo di abbandonare il ruolo a volte comodo di comparsa e di saltare sulla scena; è tempo di tornare ad esser vivi, rilucenti di pensiero e grondanti di sapere.
Sipario?
Saverio Mazzone
Amministratore Unico Agenzia del Turismo di Manfredonia