Cari amici giornalisti,
la festa di San Francesco di Sales, Vescovo e Dottore della Chiesa, Patrono dei giornalisti, degli scrittori e degli operatori della Comunicazione Sociale, è un importante appuntamento annuale che ci aiuta a riflettere sulla funzione sociale dell’informazione nell’era “liquida” della globalizzazione, della complessità, dell’individualismo e della personal communication, e sulle conseguenze che essa può provocare.
Ogni anno ho avuto modo di incontrarvi personalmente e ciò per me è stato motivo di grande gioia. Quest’anno, motivi di salute non mi consentono di poter stare con voi sia pure per poco. Perciò, ho pensato di scrivervi questo mio breve messaggio. Carissimi, a noi cristiani, ancora e sempre, sta a cuore la verità perché non abbiamo rinunciato a ritenere che dire la verità è possibile, né tantomeno abbiamo rinunciato all’impegno che ci spinge a testimoniarla. A questo ci esorta il Papa nel suo messaggio per la prossima 58a Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ha come titolo: “La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo per la pace”.
Oggigiorno, dire la verità è più complicato che nel passato. Il nostro potere comunicativo è accresciuto grazie all’uso dei Social Networks per cui viviamo in un’epoca in cui l’overdose d’informazioni, la difficoltà della loro verifica, la rapidità del diffondersi delle notizie, favoriscono il proliferare delle fake news. Ma ciò non significa che chiunque assecondi questi processi sia sgravato delle sue responsabilità. Al contrario. Se non fa uso del buon senso, se crede a tutto ciò che gli viene proposto, se si limita semplicemente a rilanciare una notizia, magari solo per motivi ideologici, allora diviene corresponsabile di questa situazione. Questo però non significa diffidare di tutto e di tutti. Sarebbe un rimedio peggiore del male. Sarebbe la morte di ogni nostra relazione, che si basa appunto su un’apertura di fiducia. Dobbiamo, perciò, recuperare l’iniziativa, riprendere e rivendicare la nostra capacità di comunicare bene. Dire la verità, infatti, è possibile anche nell’epoca delle fake news. Ma ad alcune condizioni: non bisogna mai confondere verità e opinione e bisogna conoscere i meccanismi delle piattaforme usate per rilanciare e diffondere notizie online. Di fronte a tutto questo, e a molto altro di cui potremmo parlare, è necessario educare a capire il problema e motivare a un buon uso delle forme espressive che quotidianamente usiamo. Ciò vale soprattutto per i nostri ragazzi: i più esposti alle distorsioni della comunicazione e i più influenzabili da esse. Cari giornalisti, con le parole del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, vi esorto: “non fermatevi al muro di un’opinione pubblica che sembra disinteressata o indifferente. Siate portatori di un’informazione sana, che mantenga una precisa sensibilità e sia di stimolo a trovare soluzioni a tanti drammi personali e sociali”. Queste parole del cardinal Bassetti colgono molto bene le problematiche che oggi attraversano l’informazione. In questa giornata dedicata al santo Patrono dei giornalisti vi raccomando anch’io di “parlare al cuore del popolo”, facendovi “messaggeri di liete notizie”, attenti a “mostrare cammini possibili”. Perciò, vi chiedo, qual segno di autenticità, la testimonianza di una “vita controcorrente”, segno di “dedizione totale a Dio” e di “una libertà che prima viene vissuta e poi proposta agli altri”. Sono gli auguri che vi faccio per questa giornata. Per l’intercessione di S. Francesco di Sales, vi benedico di cuore mentre chiedo a Dio Padre che ci renda sempre più fedeli annunciatori della Buona Notizia che è il Figlio suo Gesù Cristo.
+ Michele Castoro, arcivescovo