Ieri la seduta del Consiglio Comunale è stata una bella prova di maturità per l’amministrazione tutta. Le opposizioni crescono di numero e di carattere, la maggioranza è tornata compatta con a capo un Riccardi a tratti raggiante. Dopo i consigli dicembrini che fecero quasi urlare allo scandalo, i punti all’ordine del giorno erano quasi tutti vere e proprie patate bollenti. Troppo lunga, forse, la diatriba sul primo punto (mozione di revoca dall’incarico a danno del Presidente Prencipe). La coalizione d’opposizione ha espresso malcontento sul ruolo del Presidente. Questione “di qualità morali”, fa notare Salvemini dai banchi dei dissidenti. E continua “non voglio soffermarmi sui singoli casi, ma allo scorso consiglio c’è stata una violazione del diritto di parola”. Affonda Magno rammentando la sospensione per tumulto, termine inappropriato al caso, la pensa come lui il gruppo di Romani (FI) e i 5 Stelle ai quali proprio non va giù la presunta imparzialità dell’uomo che presiede i consigli comunali. Il dibattito sul primo punto dura un po’ troppo, due ore, considerando che la maggioranza respinge la richiesta di votazione segreta, ma la politica deve lasciare spazio anche ai malumori politici se si tratta di principi condivisibili. Il secondo punto riguardava, invece, un atto pratico, ovvero l’approvazione della convenzione per la gestione associata del servizio Segreteria tra il Comune di Manfredonia e il Comune di Mattinata, convenzione che mise già alla prova la maggioranza a fine 2017; fu la Bisceglia stessa (PD) a nutrire comprensibili dubbi a riguardo durante un consiglio del mese scorso. Ieri, però, era d’accordo. Anche perché l’assessora Zammarano ha spiegato che si tratta di risparmiare 30 mila euro in un anno rinunciando alla segretaria comunale per sole 2 mattine a settimana. Il dissenso dell’opposizione si basa sul fatto che al Comune c’è un Sindaco part time (Magno dixit, riferendosi al tempo che ASI toglie al Riccardi amministratore) e che comunque si tratta – ancora una volta – di una spending review che darà i frutti nel lungo periodo a cifre irrisorie. Poco importa, i numeri della maggioranza tornano a dettare legge e la convenzione viene approvata. Capitolo a parte meriterà l’affare Gestione Tributi: laddove i 5 Stelle auspicavano la totale internalizzazione della società di riscossione (Gestione Tributi è già una partecipata del Comune), la maggioranza ha replicato trovando già un partner privato tramite gara a cui “di certo non regaleremo soldi senza avere risultati”, come anticipò alla nostra redazione la consigliera Campo (PD). E su questo approfondiremo più avanti, anche perché la carne sul fuoco è tanta. Ad esempio Manfredonia ha adottato la tassa di soggiorno. Non è difficile capire perché alcuni la reputino inopportuna mentre entusiasma altri. Guardandosi intorno, la situazione non è favorevole a incrementi generali di tariffe, ma Roma non è stata costruita in un giorno e Manfredonia deve rischiare. L’aspettativa è tutta inerente a quali attività ha in mente l’amministrazione per sostenere il sogno chiamato turismo. Il finale è fatto di numeri e riconoscimenti di legittimità di debiti fuori bilancio. I 5 Stelle rammentano la responsabilità che ci si prende approvando certi atti, l’assessore Ognissanti rammenta loro a sua volta che i giudizi si esprimono nei tribunali. “Le sentenze non sono definitive e se ci fossero condanne lo sapremmo da chi di mestiere”, aggiunge all’episodio metafora della situazione consiliare attuale. Nessuna paura e avanti tutta da interpretare anche alla “o la va o la spacca”. Da un lato ci sono gli uomini di maggioranza che tornano a mostrare i denti quando il gioco si fa duro, dall’altro lato c’è un’opposizione capace di fare pressione anche semplicemente voltando la testa. Nel bene o nel male, la competizione politica ne ha guadagnato in termini qualitativi. Adesso è un dato di fatto.
Antonio Raffaele La Forgia
Foto di Francesco Armillotta