La sistemazione e gestione del Porto affidata all’Autorità Portuale di Manfredonia, gestita dall’avv. Gaetano Falcone (commissario) e Guido Capursi (sub commissario), in circa undici anni di attività, pur disponendo di ingenti fondi comunitari, utilizzati in modo maldestro nella progettazione e realizzazione di opere infrastrutturali, hanno prodotto risultati non rispondenti alle vere esigenze funzionali dell’intera struttura portuale. Ad esempio, si è ritenuto più importante realizzare una ringhiera in acciaio inox, di circa 300 m, lungo la parte estrema del molo di levante al servizio della zona riservata alla pesca sportiva per consentire in piena tranquillità lo svolgimento di gare, anziché rendere un servizio di vitale importanza per gli operatori della pesca come l’istallazione delle colonnine per la erogazione di acqua potabile ed energia elettrica al servizio delle imbarcazioni ormeggiate. Già da qualche anno sono state realizzate oltre trenta piazzole distribuite lungo le banchine di levante, di tramontana e di ponente, ma, ad oggi, delle colonnine nessuna traccia. Acquistate e mai istallate. Della cosa s’interessò anche “Striscia la notizia”. Lo scorso anno il miracolo, qualcosa si è mosso. Dopo lunga e travagliata gestazione, il Ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio firma il Decreto con cui nomina l’avv. Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema del Mare Adriatico Meridionale, di cui fa parte anche Manfredonia. Ecco nascere la grande speranza di un possibile risveglio. Intanto, s’incomincia a intravvedere qualche significativa iniziativa. La pulizia di tutti gli spazi del porto commerciale, fino a qualche mese fa discarica a cielo aperto, oggi pulitissimi, grazie all’intervento di “Ecolmare Gargano Srl”, di Brigida, azienda alla quale l’Autorità Portuale di sistema ha temporaneamente affidato il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Stessa cosa non può dirsi dell’intero specchio d’acqua portuale, che continua ad essere ricettacolo di ogni specie di rifiuti. A parte la presenza di alcune postazioni destinate alla differenziata e alla raccolta di oli esausti, abbiamo notato lungo tutto il percorso, l’assenza di cestini che consentano ai turisti e visitatori di poter depositare i propri rifiuti. Altro nodo spinoso. Nell’attesa che venga approvato il nuovo regolamento e le relative ordinanze che disciplineranno l’intera materia legata alla funzionalità del porto, i permessi rilasciati dalla precedente A. P. per l’accesso alle aree portuali destinate al transito di persone, veicoli e al parcheggio di questi ultimi, sono scaduti il 31 marzo 2017 e non più rinnovabili. I trasgressori rischiano azioni sanzionatorie previste dall’art. 9 della stessa ordinanza. Una situazione assurda che va a modificare lo “status quo” dell’intera categoria degli operatori portuali, ivi compresi i titolari di concessioni demaniali che quotidianamente si portano sul posto di lavoro, pur consapevoli di violare la legge. Ovviamente, si auspica che in tempi brevi si provveda ad approvare un regolamento che ponga fine ad una situazione assurda e, finalmente, trasformare il sogno di Raffaello di Sabato in realtà, quando afferma che “L’Espansione commerciale, sviluppo industriale, colla pace e col lavoro fecondi, uomini più fortunati di noi vedranno in questa terra splendere col sogno realizzato di Manfredi che la notte dei secoli sfiderà siccome un faro!!!”
Matteo di Sabato