“L’obiettivo principale dell’Ase è quello di tutelare l’ambiente, rispettando e valorizzando le risorse naturali al fine di rendere la città un’oasi protetta, inserita in programmi di recupero e di
manutenzione di tutte le aree in abbandono”. Questa la mission dell’ASE di Manfredonia, (Azienda Speciale Ecologica) con un socio unico, il Comune di Manfredonia, capofila dell’A.R.O.1 – Foggia che aggrega i comuni di Zapponeta, Monte Sant’Angelo, Mattinata e Vieste. L’auspicio quotidiano dell’azienda è che la tassa sui rifiuti possa essere modificata in una tariffa commisurata ai reali servizi usufruiti da ciascun utente. Ma questo è il maggior cruccio dell’azienda che assolutamente non riesce a garantire questo parametro alla popolazione sipontina, un po’ per via del vandalismo urbano di molti concittadini, ma anche per la propria disorganizzazione “politico-amministrativa”. Non si riesce a rendere la città un’“oasi protetta”, inserita in programmi di recupero e di manutenzione di tutte le aree in abbandono. Che qualcosa non funzioni in quest’organizzazione “politico-aziendale” lo dimostra il fatto che lo scorso 29 dicembre il Consiglio Comunale di Manfredonia abbia ratificato la variazione di bilancio apportando ulteriori 900 mila euro di costi al bilancio ASE 2017. La previsione ottimistica fatta con il PEF (Piano Economico Finanziario) che considerava €8.250.000,00 la somma necessaria per gestire l’igiene della città nell’anno 2017 non era corretta. I dirigenti comunali, seguendo l’indirizzo politico (e non del managment dell’ASE) hanno sperato che con l’avvio del “porta a porta” ci sarebbe stata una diminuzione di costi di discarica. Analisi sbagliata tenuto conto che i costi di discarica nel corso del tempo sono aumentati e il budget pianificato non era sufficiente per pulire decentemente la città a causa anche e soprattutto dell’esiguità del personale, nonostante il rinforzo nel periodo estivo grazie a progetti finanziati dalla Regione. Allora che senso ha avere un Amministratore Unico? Solo per dargli uno stipendio “politico”. La risposta è assolutamente SÌ. E lo dimostra il fatto che al raggiungimento del 65% di differenziata, l’Ex Amministratore Unico Adriano Carbone, segnalato dal gruppo Area Popolare del consigliere comunale Antonio Conoscitore, è stato sostituito dal Sindaco Riccardi con l’attuale Franco La Torre, per il bene della sua maggioranza e non dell’azienda ecologica. Gli otto milioni e rotti previsti nel 2017 furono riproposti prendendo come dato storico il valore del bilancio dell’anno precedente, anno che riportò una perdita di 500 mila euro. Scelte politiche fatte per non aggravare i cittadini di ulteriori tasse, scelta che doveva essere apprezzata dalla città ma che in sostanza è costato il degrado che abbiamo vissuto nell’ultimo anno. La pulizia della città nell’anno in corso ci costerà di più, poiché a breve sarà approvato un piano di spesa pari a circa 10 milioni e 300 mila euro. TARI più cara quindi ma si spera in una maggiore igiene. Maggiori costi dovuti alle nuove assunzioni previste, 30 unità da inserire a tempo pieno (addetti alla pulizia – non amministrativi) ed altre 40 unità che saranno ingaggiate part-time nel periodo estivo. Vedremo tale riorganizzazione cosà porterà oltre all’aggravio tributario. Questione rovente è il pesante costo che oggi sopporta l’ASE in termini di spesa per le quattordici persone impiegate nell’area amministrativa oltre al costo del consulente esterno e dell’Amministratore Unico. Tutte persone utili? Non spetta a noi dirlo. Un milione e duecento mila euro il loro costo che viene distribuito sui vari comuni dell’ARO1-FG: Mattinata (100 mila), Monte Sant’Angelo (125 mila €), Vieste (365 mila €), Zapponeta (14 mila €), per non farlo gravare solo su Manfredonia che imputa (680 mila€). La partita ora si gioca sulla Governance che vede la dirigenza e i consulenti vari, tutti di Manfredonia e questo agli altri comuni dell’ARO pare non stia più bene. Se a settembre 2017 abbiamo raggiunto il 65% di raccolta differenziata e ad ottobre il 67%, a novembre siamo passati al 62%. I dati di dicembre non sono ancora disponibili. Oltre alla percentuale di differenziata è importante la valutazione anche della qualità di differenziata. Raccogliere plastica sporca significa produrre maggiori impurità nel processo del riciclo ed un costo di realizzo inferiore, compito di pre-selezione che spetta agli operatori ecologici. Altra nota dolente è l’impianto di selezione installato nel capannone ASE nell’area industriale di Manfredonia, costato ben 800 mila euro (solo l’impianto di selezione) utilizzando un finanziamento del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico). Impianto di processo di selezione dei vari rifiuti da riciclare mai utilizzato per via della mancanza di autorizzazione da parte della Regione. Il capannone ASE ricade nell’area SIC-ZPS (Sito di Importanza Comunitaria) – (Zona di Protezione Speciale). Il rischio è che se non otterrà il nulla-osta e si avvierà tale processo industriale si dovranno restituire gli 800 mila euro ottenuti come finanziamento, oltre a vanificare l’importante investimento fatto per acquistare un nuovo stabile nell’area industriale. La Regione considera il capannone Ase nuovo impianto, quando in effetti prima di acquistarlo la struttura era una tintoria autorizzata a lavorare sulle sostanze chimiche. Sono in corso diatribe dirigenziali che rendono ancora più macchinosa la burocrazia. Le conseguenze di queste controversie burocratico-politiche le paga sempre e solo il cittadino. In entrata sono in arrivo 500 mila euro dalla Regione Puglia, per il maggior costo di smaltimento rifiuti dell’anno 2016. Soldi che incasserà il Comune ma che sono stati sborsati dall’ASE. Potrebbe sembrare la stessa cosa ma in effetti non lo è. Nei prossimi giorni sarà reso noto il piano strategico ed economico ASE dell’anno in corso e, forse, capiremo quest’azienda “da sempre un fortino elettorale” cosa vorrà fare.
Raffaele di Sabato
Foto di Raffaele di Sabato
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