Caro Sindaco,
Le scrivo questa lettera con il rispetto che si deve ad un uomo che ha legato, nel bene e nel male, gran parte della Sua vita alla storia di Manfredonia.
Lei ha iniziato giovanissimo la sua attività sociale, organizzando molteplici iniziative sportive e, sotto quella spinta, è riuscito a farsi eleggere consigliere comunale a soli 23 anni, per entrare dopo qualche anno nella Giunta guidata dall’Avv. Gaetano Prencipe e, quindi, in quella dell’Avv. Paolo Campo, condividendo con loro tutta la politica che ha riguardato Manfredonia, negli ultimi vent’anni.
Molte sono state le opere fatte, ma molte sono anche le scelte fallite, forse non per Sua volontà, ma nel tentativo di dare una boccata di ossigeno ad una città che chiedeva pane e lavoro. I contratti d’Area hanno rappresentato il primo fallimento, insediatosi in una piana generosissima per vocazione agricola e turistica; ma poi, piuttosto che dare pane e lavoro, essi hanno fatto soprattutto la ricchezza di tanti approfittatori; inoltre, sotto la spinta della reindustrializzazione, Lei e gli altri membri della Giunta di allora, avete cercato di favorire l’arrivo del deposito industriale Isosar/Energas.
Anche quello ch’è avvenuto dopo era prevedibile. Quando amministrano per vent’anni sempre le stesse persone, lo scranno del potere comincia a mostrare chiari segni di deterioramento. Si veda, per esempio, il fallimento della GEMA, che ha sperperato tanti soldi versati dai cittadini di Manfredonia. Quel fallimento, pur non essendoci una Sua responsabilità diretta, è conseguenza del rapporto di amicizia che la Sua Amministrazione aveva intavolato con quell’Azienda, fino al punto da non richiedere per anni il versamento delle somme incassate. La stessa incapacità a riscuotere le imposte, la Sua Amministrazione ha mostrato verso certi personaggi e ditte, probabilmente perché con essi si era stabilito un rapporto sodale e di reciproco sostegno. Ma non voglio turbarLa di più, perciò non elenco tutti gli altri fallimenti che hanno riguardato la Sua Amministrazione, perfino una palude inventata di sana pianta.
Questa lettera tende solo a farLa riflettere su quello che ha fatto e su ciò che ancora può fare per la nostra città. Dopo vent’anni, perfino i figli si stancano di seguire le orme dei padri e vogliono percorrere altre strade. Quello che sta succedendo in questi ultimi anni dimostra che Manfredonia si è stancata del vostro modo di far politica e vuole cambiare, vuole altri metodi, vedere nuove facce, avere amministratori più freschi e che, in ogni caso, la pensino diversamente da Lei e dai tanti che l’hanno accompagnata in questi ultimi vent’anni di storia cittadina. Lungi da me dire che Lei è vecchio, ma qui si parla di giovinezza dello spirito. Usando un linguaggio che non Le si addice, la gente vuole al comando della città “scope nuove”, perché il percorso impervio che si dovrà attraversare, per portare Manfredonia fuori dalle secche in cui si è incagliata, non può essere guidato dalle stesse persone che l’hanno fatta finire in mezzo agli scogli. E poi, nel lungo percorso politico che ha affrontato per continuare a tenere lo scettro del comando, Lei ha dovuto cercare gli amici anche tra persone che non lo meritavano ed hanno l’ardire, pure in questi momenti difficili da Lei attraversati, di esigere quello che Lei non può più dare.
Sii buono, signor Sindaco, s’immerga nel sentimento di pace e di pacificazione del Natale e pensi che il Bambinello nella culla c’insegna il grande sentimento della povertà e del perdono. Soprattutto quella nascita è il senso del bisogno della società di rinnovarsi periodicamente. Del resto Lei ha già avviato, per proprio conto, un nuovo viaggio, facendosi nominare Presidente dell’ASI di Foggia, quindi vada liberamente avanti nel suo percorso. Ma dia anche alla nostra città la possibilità di riprendere il proprio cammino.
Con questi auspici, Le giungano i miei più fervidi auguri. Festeggi, insieme alla Sua famiglia, un buon Natale e, al tocco del nuovo anno, lasci la vecchia nave e si dedichi completamente alla sua nuova avventura. Soprattutto, non si preoccupi per la città, perché ci sono già altri nocchieri pronti a prendere la guida del nuovo viaggio, intenzionati a far risplendere Manfredonia e ritrovare sul volto della nostra gente un rinnovato sorriso.
Prof. Italo Magno
Consigliere Comunale di Manfredonia Nuova
Poverino ” o professor ” lui se la canta e lui se la sente.