Giovedì 26 Dicembre 2024

Diamo un futuro all’Oasi Lago Salso

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Con molta amarezza continuiamo ad assistere alla mala gestione di quelle risorse territoriali che potrebbero e dovrebbero portare opportunità di lavoro, promozione del territorio, sviluppo e immagine. Invece assistiamo all’ennesima storia di mala spartizione (politica) e di scarso controllo delle autorità competenti che dovrebbero vigilare sull’uso delle risorse economiche pubbliche, sulla gestione e sullo sfruttamento delle proprietà della collettività, gestiti spesso per fini puramente personali. Stiamo parlando dell’Oasi Lago Salso, area di oltre 1.000 ettari nel territorio di Manfredonia che rientra nella giurisdizione del Parco Nazionale del Gargano, una zona SIC (Sito d’Importanza Comunitaria), oltre che Zona di Protezione Speciale (ZPS). Nell’Oasi si alternano canneti e specchi d’acqua che accolgono numerose specie di uccelli, un’area che ci invidiano non in pochi ma che non siamo in grado di gestire. Per via di una legge sulla razionalizzazione delle società partecipate, nel 2015 il Comune di Manfredonia cedette l’86% delle quote che possedeva della Società di gestione Oasi Lago Salso SpA, al Parco Nazionale del Gargano che detenendo già il 10% oggi ha raggiunto il 96%. Il 4% restante è detenuto dal Centro Studi Naturalistico onlus di Foggia. Comune di Manfredonia, Parco Nazionale del Gargano, Centro Studi Naturalistici, società ambientali, tanti attori che con difficoltà dialogano tra di loro producono uno straordinario attrito nella gestione di questa risorsa. Un braccio di ferro continuo per manifestare, utilizzando la politica, la propria forza e predominio. Lo scopo è poter “usare” l’area, attrattrice di finanziamenti pubblici che fino ad oggi ha portato beneficio a pochi a discapito di molti. E’ dello scorso 17 novembre la revoca da parte del Parco Nazionale del Gargano, del Presidente della società Oasi Lago Salso Pecorella, ex Presidente del Parco del Gargano e del consigliere Palladino alle quali hanno fatto seguito le dimissioni volontarie del consigliere Ivano Talamo. Le motivazioni di tale atto da parte del Parco: mala gestione. Lasciamo al lettore la giusta e anche difficile analisi di certe scelte che hanno alle spalle un susseguirsi di accuse tra vecchia, nuova e… futura gestione dell’Oasi. Senza voler prendere le parti di nessuno, crediamo che la responsabilità di questo ennesimo fallimento nella gestione della cosa pubblica, sia in capo a tutti, per non aver denunciato, con vigore e presso le autorità competenti, a tempo debito, i malaffari che venivano perpetrati nell’uso di una risorsa da tutelare e valorizzare. E come un disco rotto facciamo appello alle coscienze di chi dovrebbe operare nell’interesse della collettività, pur consapevoli di non sortire alcun effetto. Occorre linfa nuova e grintosa per debellare questi giochi perversi e improduttivi delle politiche degli Enti di potere che nascondendosi dietro a principi mutualistici, onlus e di paladini dell’ambiente, distruggono il territorio ed il futuro dei nostri tanti valorosi giovani, incapaci di ribellarsi a tanto scempio.

Raffaele di Sabato

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