Ultimo dell’anno: come cambia il Consiglio Comunale

Di questi tempi, un anno fa, il Consiglio Comunale era una roba da tipi tosti. L’atmosfera era così tesa che che manco Italia-Svezia avrebbe retto il confronto. Lì dentro oggi è sembrata Inter-Pordenone (ops!). Simpatia a parte, è il Presidente del Consiglio Prencipe a commettere una gaffe nei primi minuti del match chiedendo ai fotografi se avessero chiesto l’autorizzazione a fotografare l’aula. Tutto ciò in diretta streaming. “Vabbè”, chiude il consigliere La Torre dopo una deliziosa bagarre col Presidente. La cosa buffa è che l’anno scorso tutto ciò sembrava impossibile perché La Torre (eletto col Movimento E.S.T. capitanato da De Luca, poi fuoriuscito dalla sua stessa creatura) era uomo di maggioranza consiliare del Sindaco, mentre Prencipe non ha esitato anche in questa sede a ribadire la sua indipendenza dal PD, il partito che gli garantì l’elezione nel 2015. Per capire quanto sia importante avere i numeri in giunta, un esempio: nel 2016 sarebbe stato raro imbattersi in più di 6 voti contrari o astensioni alle deliberazioni (facciamo 8 per par condicio) mentre oggi si è toccato un picco di 12 assenti più un astenuto contro 13 voti a favore sul punto concernente le variazioni di bilancio di cui parleremo dopo. Tra quei 12 assenti figurano i 6 uomini dell’opposizione “storica” insediatasi post-amministrative 2015 (Fiore e Ritucci del M5S; Magno di Manfredonia Nuova; Clemente, Taronna e Romani di Forza Italia) a cui si somma il sopracitato La Torre, passato nelle fila del dissenso recentemente. Per quanto riguarda gli assenti, tutti di maggioranza, sono Valentino, Conoscitore, Salvemini e Ognissanti. Se si esclude Salvemini che non ha partecipato a causa di un lutto, infatti, è lecito perdersi in elucubrazioni sui motivi dell’assenza di alcuni altri. Antonio Conoscitore, infatti, è assente dal dibattito politico fuori e dentro l’aula consiliare da un paio di mesi, obbligato a rinunciare su diretta richiesta del Sindaco Riccardi alle deleghe all’Agenzia del Turismo e ad un fallimentare progetto giovanile List. I più attenti si saranno accorti che manca un elemento all’appello, ed è Bisceglia, che manifestò già in passato malumori nei confronti della propria fazione non approvando il bilancio 2016, motivo per il quale il suo Partito Democratico tentò di estrometterla assieme a Brunetti, peraltro dimissionario nel Consiglio per probabile trasferimento ad A.S.E.. Vincenzo Balzamo, fedelissimo e votato con l’attuale assessore Zammarano, è stato assente dall’aula per tante sedute, in quest’ultima è rientrato. Passando alle differenze nei contenuti del Consiglio tra 2016 e 2017, l’amministrazione è passata dall’infondere fiducia e positività a tutti i costi all’accettazione della realtà. Sembrano ormai dei déjà-vu le eterne diatribe del “non ce l’avete comunicato in tempo” e del “allora il Consiglio è inutile”, perché i provvedimenti vanno troppo spesso oltre le date di scadenza indicate dalle norme e questo va contro gli abitanti, specie se si tratta di diritto allo studio e a Dicembre si fatica a mandare in Regione le carte utili ad ottenere quattrini. Si fatica a comprendere se abbia ragione la maggioranza a sostenere che, però, “siamo passati da 10 milioni di anticipazione di tesoreria a soli 4 milioni in un anno solo” o l’opposizione a ribattere che, per trasparenza e completezza dell’informazione, bisognerebbe comunicare anche a quanto ammonta il debito che non riusciremo a pagare a fine anno che si sommerà ai debiti che attanaglieranno Manfredonia “sino al 2044” (Magno Dixit). Alla Corte dei Conti l’ardua sentenza, dato che dallo scorso febbraio ha il fiato sul collo degli amministratori di Palazzo San Domenico e non c’è variazione di bilancio che tenga. La matematica – a differenza della politica – non è un’opinione. Presto capiremo se è un male o un bene.