Domenica 22 Dicembre 2024

DIO E’ PRESENTE NEI PICCOLI E NEI POVERI

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Dal giorno del Natale del Signore la Gloria di Dio è venuta a splendere sulla terra ed ha preso il volto di un Bambino. Per entrare in questo grande mistero della notte santa di Natale, che tutti noi amiamo, ci aiutano il silenzio di Maria e Giuseppe, il canto degli Angeli, l’adorazione dei Magi, la gioia dei pastori, che sensibili al richiamo della nascita di un bambino non conosciuto, si sono messi in cammino per andare a vederLo. A quei genitori ‘rifugiati’ in una capanna e al Bambino hanno portato ciò che avevano del loro sobrio nutrimento e che ben sapevano era necessario in quel momento; non li hanno guardato semplicemente come ‘estranei’, ma sono stati loro premurosamente vicini. Dinanzi una famiglia in estrema povertà, non hanno giudicato, non hanno chiesto conto della loro condizione, ma si sono fatti solidali.

E tutto è stato estremamente semplice in quello scambio di doni tra poveri, presi dall’incontenibile gioia di una speranza nuova, quella del Salvatore atteso, venuto ad inaugurare un’era di giustizia, di amore e di pace. La festa del Natale, allora, ci fa scoprire che Dio è relazione, che non sta chiuso in se stesso e non “governa” dall’alto, ma che cammina nella storia, insieme a noi, condividendo le nostre sofferenze e ci ricorda: avevo fame e sete, ero straniero, nudo, malato, in carcere, e tu mi hai aiutato” (cfr Mt 25).

Il Bambino di Betlemme, ha stabilito un legame così stretto tra sé e gli uomini da arrivare fino a identificarsi con loro: “l’avete fatto a me”. Egli si è fatto piccolo e povero per poter accogliere il dono degli uomini ed è sceso dal cielo perché noi lo potessimo amare vivendo la nostra vita come servizio per gli altri, come segno del nostro rapporto con Lui.

Nel messaggio per la recente Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Francesco ha sottolineato che c’è un’opposizione “tra le parole vuote che spesso sono sulla nostra bocca e i fatti concreti con i quali siamo invece chiamati a misurarci. L’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri. Il modo di amare del Figlio di Dio, d’altronde, è ben conosciuto …. Esso si fonda su due colonne portanti: Dio ha amato per primo (cfr 1 Gv 4,10.19); e ha amato dando tutto se stesso, anche la propria vita (cfr 1 Gv 3,16)”.

Il Natale, allora, impegna la nostra esistenza, getta luce sul nostro cammino di solidarietà e di condivisione ed invita, come i pastori di Betlemme, a fermarci anche noi per incontrare i poveri, guardarli negli occhi, abbracciarli. Forse non avremo doni materiali da dare loro, non importa; diamo il calore dell’accoglienza e dell’amore fraterno che spezza il cerchio della solitudine.

Il Natale del Signore, perciò, ci sproni a testimoniare il nostro impegno creando “tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto” (Papa Francesco), di speranza e conforto verso tutti, in particolare verso gli ammalati, i disoccupati, i rifugiati, i migranti, i genitori, gli educatori e verso ogni altra situazione umana di sofferenza e di ingiustizia, superando i nostri spesso facili giudizi sui poveri e quella fredda indifferenza che ci fa restare chiusi nel nostro piccolo mondo.

La Madre di Dio ci ottenga da suo Figlio Gesù ogni grazia e benedizione, mentre auguro di trascorrere santamente e nella vera gioia le feste natalizie, tanto attese e amate da tutti.

+ Michele Castoro, arcivescovo

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