Andando in giro, si nota che ci sono zone dove esiste solo qualche piccolo resto di civiltà antica e viene messo talmente in evidenza che non si può fare a meno di conoscere il manufatto. Tutti i cittadini e le varie istituzioni devono sapere che il nostro territorio e zone limitrofe sono al centro di un processo evolutivo fra i più proficui dell’Europa occidentale, come dimostrato dalla diffusa presenza dell’uomo sin dai primordi della Storia. Forme di vita e di economia sono presenti nei tanti siti archeologici, disseminati ovunque, in special modo lungo il corso del Torrente Candelaro. Il nostro territorio è sempre stato tenuto ai margini della considerazione della cultura archeologica nazionale, per cui, nulla si è fatto finora per studiare e portare alla luce i resti di una civiltà antica come quella che è seppellita a Santo Spiriticchio e dintorni. Stiamo parlando di uno dei più importanti siti archeologici del periodo Paleolitico-Neolitico. A completamento della vergognosa politica archeologica tenuta finora, giunge la notizia che si vuol costruire un deposito di GPL proprio nella piana di S. Spiriticchio. Con la realizzazione di tale deposito, le testimonianze della civiltà dei nostri padri verrebbero inesorabilmente distrutte. Ci chiediamo: ‘‘Ma non c’era altro posto per una cosa del genere? Perché non resta in Campania? Perché è finita a Manfredonia? Perché non la vanno ad ubicare in posti in cui non nuoce a nessuno?’’. Conosciamo le risposte: da Napoli, dove il proponente dell’impianto ha il suo deposito di GPL, deve smantellare in quanto la sua attività è ritenuta pericolosa e inquinante, E’ possibile che la nostra storia, sppecialmente quella non ancora chiarificata da ricerche e scavi, deve essere gettata nell’oblio distruggendo le vestigia e quanto resta del passato? Si può distruggere un sito archeologico per costruire un deposito di GPL che, oltretutto non serve alla comunità locale, ma solo a far guadagnare soldi ad una società di napoletani e arabi? Se non si può, come noi pensiamo, chiediamo al Soprintendente ai beni culturali di avviare il procedimento per la dichiarazione dell’interesse culturale riferito a tutto il territorio abitato dai Dauni.
Al sig. Ministro per i Beni Culturali chiediamo di intervenire per non permettere la costruzione di quel mostruoso impianto, ricordando che un precedente Ministro aveva affermato che con la cultura non si mangia e invece Lei ha dimostrato che con la cultura non solo si mangia, ma si beve anche. I posti di lavoro che porterebbe un sito archeologico, attrezzato a ricevere i turisti, sono molto di più di quelli annunciati dall’Energas. In questo modo si darebbe lavoro anche a giovani laureati locali costretti a pesare sui genitori o a emigrare. Questo documento, oltre al Sopraintendente e al Ministro ai Beni Culturali, è rivolto a tutti i cittadini perché sappiano e siano coscienti di quanto si sta tentando di fare. In particolare chiediamo al Ministro dei Beni Culturali perché, come ha fatto per altre realtà, prenda a cuore questa situazione e magari voglia fare un sopralluogo. Noi gli saremmo grati e felici di fare da guida per visitare la zona di Santo Spiriticchio. E’ possibile che la nostra deve essere sempre terra di conquista da parte di speculatori che vengono, distruggono e, appena le cose non vanno, se ne scappano lasciando le nostre città sempre più affamate, più povere e piene di guai?
Manfredonia campa benissimo solo di turismo, non ha bisogno d’altro. Capito! Con questo atteggiamento moriremo presto tutti di fame cari sipontini.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/energas-esproprio-dei-terreni-per-un.html