ASE di Manfredonia getta la spugna e palesa la sua insoddisfacente gestione della raccolta dei rifiuti in città. E’ un piatto di spartizione politica ormai povero quello della compartecipata, ancora di più se saranno confermate le ulteriori nuove passività del bilancio consuntivo.
L’amministrazione comunale, ossia il sindaco più tutti i politici della maggioranza più chi istituzionalmente nel comune doveva vigilare sui bilanci, sono in pole position per vincere al trash finish il titolo di “peggiore amministrazione del ventennio rosso! Si faccia festa! Chi vuol esser lieto sia, che il commissario prefettizio, come il Baffone del secolo scorso, prima o poi “adavenì”. In città il citare il famoso “fattore M” stimola allusioni non riconducibili a candidi e trasparenti bilanci, tuttavia è noto anche che i conti della serva non sono mai accurati. Una domanda su tutte: a quanti impiegati divisi fra operatori e dirigenti da da mangiare l’ASE? A quanto ammontano gli stipendi annuali dei manager? L’impegno degli operatori che quotidianamente fanno da filtro fra l’amministrazione e i cittadini è encomiabile: i colletti bianchi dell’ASE invece come si sono messi a disposizione delle criticità che la differenziata ha comportato? Un’azienda privata quando non va bene inizia a chiedere austerity dai vertici e spesso accade che i dirigenti del privato guadagnino meno degli operai. Non sarà il caso di pensare anche a questa eventualità per l’ASE? Lavoro per avvocati, non per amministratori, si potrebbe controbattere…se non ci fosse una virtuosa abbondanza di avvocati fra i politici della città a cominciare dal parlamento, passando per la regione e finendo ai gruppi consiliari. La nuova direzione ASE cosa ne pensa (seconda domanda)?
L’efficienza di una partecipata pubblica non può essere identificata con la leadership nominale del direttore nominato di volta in volta dal sindaco: il benchmark, il controllo di qualità e produttività deve essere applicato a tutti i dirigenti e deve essere trasparente per la cittadinanza, anzi per le cittadinanze di Vieste, Manfredonia e lo Stormo di Amendola.
Quasi un anno fa domandavamo al Velluzzi a mezzo stampa alcune cose. Non ci fu mai risposto, forse perchè ancor oggi quelle problematiche restano irrisolte o forse il tappeto sembrava ancora tanto grande e capiente per nasconderci la polvere per non inquietare la “grande bellezza” della seconda amministrazione Riccardi (anche questa una conferma di reiteramento…di miopia politica)
Al nuovo direttore ASE, avv. La Torre, poniamo allora una semplice questione (la terza in effetti): chiediamo se il servizio sia stato definitivamente assegnato e nel caso sia affermativo poniamo la seconda domanda ossia se la filiera del rifiuto a Manfredonia possa ritenersi chiusa. Primi, semplici e utili interrogativi a far luce su una vicenda che cominica a puzzare in città, anche fuor di metafora.
Il ciclo non è chiuso
Tutti coloro che si sono avvicendati a capo della ASE, da anni ormai e non solo i Presidenti, si son portati appresso portaborse e guardie del corpo. Quando andavano via poi, non sempre queste figure seguivano il Capo all’uscita e restavano a carico della stessa ASE, dico “a carico” perché non avevano mai lavorato prima e continuavano a non lavorare dopo. Oggi sono tanti gli stipendiati che non hanno veri e propri incarichi operativi e bivaccano (poche ore) nella sede per uscire con la scusa della pausa caffè e dedicarsi ai propri affari fuori. Questo crea malcontento negli altri dipendenti che, invece, lavorano e reggono la baracca quando poi, a fine mese, vedono la propria busta paga inferiore a quella di chi non ha mai lavorato. Chi ha le palle per risolvere ciò?????
Ma lot signori vanno e piedi per il “paesone”…., lestradecfanno schifo sporcizia dappertutto e non mi riferisco alle vie centrali…. queste danno all’occhio ai papaveri, lungo i marciappiedi sta crescendo un altro tipo di verde pubblico, gli spazzini non si vedono più almeno in sette vie e si vede e si sente pure…. È tutta una sciatteria…. nessun controllo, ma pensare solo al 27 mensile….