Nell’ambito del progetto “Legalità e antimafia sociale”, curato da don Domenico Facciorusso, si è tenuto oggi presso l’Auditorium “V.Vailati” un interessantissimo incontro di alcune classi del Liceo Roncalli di Manfredonia con i testimoni locali dell’antimafia. A introdurre i due ospiti il dirigente scolastico Roberto Menga che ha esortato i ragazzi presenti a non lasciarsi trascinare dalla scia di omertà che già alla loro età, senza che se ne rendano conto, li costringe a subire cose che non vogliono.
A parlare di antimafia agli studenti del Roncalli sono stati Salvatore Spinelli, referente provinciale di Foggia per l’Associazione “Libera contro le mafie” e Pietro Fragasso, presidente della cooperativa sociale “Pietra di scarto” di Cerignola.
L’associazione Libera, fondata da Don Luigi Ciotti nel 1995, è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per” la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.
Salvatore Spinelli ha messo in evidenza il fatto che tutti il 23 maggio commemoriamo la strage di Capaci e la morte dei giudici Falcone e Borsellino, ma nessuno fa i nomi di tutti coloro che sono morti per mano della mafia in silenzio, senza clamore. Nomi come quello di Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del registro di Cerignola, Giovanni Panunzio, imprenditore di Foggia, Renata Fonte, Assessore alla cultura ed alla pubblica istruzione del comune di Nardò e tanti altri, tutti uccisi perché si opponevano alla mafia.
Il 21 marzo 2018, primo giorno di primavera, a Foggia si terrà la Marcia della Legalità. Non è un caso che quest’anno si tenga a proprio a Foggia, dopo gli ultimi avvenimenti successi sul Gargano che hanno visto la morte di Aurelio e Luigi Luciani, i due fratelli uccisi perché testimoni dell’omicidio di Pietro Romito. “Non erano loro che ‘si trovavano al momento sbagliato nel posto sbagliato’ come hanno detto tutti – ha affermato Stelluti – ma erano quelle persone che non dovevano essere lì a quell’ora. Quando due onesti lavoratori andavano a guadagnarsi onestamente da vivere”.
Al termine della marcia si declameranno i nomi di tutti gli uomini e le donne uccisi dalla mafia che nessuno conosce e ricorda.
Libera si occupa anche del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia, e un esempio è la Cooperativa sociale “Pietra di Scarto”. Questa cooperativa, il cui presidente è Pietro Fragasso, da anni risponde alla criminalità organizzata praticando antimafia sociale, sullo stesso “terreno” dove questa opera. Infatti dal 2010 coltiva olive e pomodori su tre ettari di terreno confiscato proprio a un clan del foggiano. È socia del consorzio di commercio equo e solidale Altromercato e gestisce una “Bottega del Mondo” nel centro di Cerignola dove vendono il frutto dei raccolti dei terreni che coltivano.
Un luogo dove si combatte il caporalato e dove si lavora in armonia e dove chiunque può fare esperienza, perché quei terreni sono ormai dello stato e “Lo stato siamo noi”, come dice lo slogan del murales che accoglie chi arriva alla cooperativa. Una frase che ripeteva spesso Francesco Marcone.
“Appassionatevi di letteratura, di poesia, di musica, di arte, abituatevi al bello. – Ha affermato con forza Pietro Fragasso – Perché solo così potrete vedere le brutture che vi circondano. Questi sono tutti strumenti antimafia!”
Questo è solo il primo degli incontri di un percorso proposto agli alunni fatto di varie iniziative tra le quali la partecipazione alla marcia della legalità.
Educare alla positività, a quel bene che non fa rumore, ma sa produrre sane contaminazioni esistenziali. È il desiderio di legalità coltivato insieme alle alunne e agli alunni del liceo ‘A.G.Roncalli’ di Manfredonia. Incontrare i testimoni delle silenziose ed educative contaminazioni, coloro che sanno mettersi in gioco con intelligenza e gettando semi di speranza nel territorio graffiato dalla cultura di morte. Davanti alla criminalità più o meno organizzata, molto più vicina di quanto si possa immaginare, la scuola, le istituzioni e le associazioni, presentano modi alternativi per avviare percorsi di antimafia sociale, già ad iniziare dalle corrette e costruttive relazioni tra i banchi di scuola.
Ascoltare e confrontarsi con i volontari dell’associazione ‘Libera’ di don Luigi Ciotti, o apprendere di cooperative sociali nate con coraggio su terreni confiscati alla mafia locale, ci sembra un ulteriore modo per aiutare i ragazzi a guardare e costruire con fiducia e responsabilità civica il proprio futuro.
Mariantonietta Di Sabato
Foto di Lorenzo Pio Tagliamonte