La pazienza è finita e di conseguenza è arrivato il momento di farsi sentire.
Sono giorni particolari per il calcio sipontino.
Siamo ad Ottobre e come tutti sappiamo, 85 anni fà fu fondata l’As Manfredonia, squadra che da allora rappresenta la nostra città a livello calcistico.
85 anni di gioie e di dolori, 85 anni di tradizione e passione, 85 anni che hanno unito varie generazioni.
Ora si spera che tutto questo non finisca.
Ormai da qualche anno a questa parte siamo costretti a subire frustrazioni e umiliazioni che non auguriamo a nessun tifoso al mondo.
Anche quest’anno il presidente si è lamentato di non farcela, di essere solo e di essere stato abbandonato dalla politica e dagli imprenditori locali, ma adesso che siamo sul punto di non ritorno a chi dobbiamo chiedere spiegazioni?!? Chi deve dirci perché si è partiti senza una vera programmazione? Chi sono i “dirigenti” che devono metterci la faccia?
Ci sono dirigenti?
Dopo 5 sconfitte consecutive pareggiamo con Aversa e Pomigliano e lasciamo l’ultimo posto in classifica. Non siamo più’ gli ultimi della classe o forse si!?!
Noi ci riteniamo ancora tali, anche se ai ragazzi che scendono in campo va tutto il nostro rispetto, nonostante i limiti fisici e tecnici ci stanno mettendo anima e cuore.
Siamo ancora ultimi perchè non abbiamo una VERA SOCIETA’ che dopo due pareggi consecutivi dovrebbe rassicurare l’ambiente e il proprio staff tecnico.
Siamo ancora ultimi perché dopo il pareggio interno di Domenica, tutto ancora tace, anzi le parole post-gara del Direttore Sportivo sono molto preoccupanti e non fanno ben sperare.
Il copione sembra ormai simile a quello degli ultimi 5 anni con la differenza che quest’anno la classifica è demoralizzante, cosa che credevamo difficile con l’arrivo di pedine dal nome rassicurante arrivate in riva al golfo non certo per opera dell’attuale società capitanata da Antonio Sdanga. Infatti in virtù di questa indefinibile situazione, questa Società è costretta a dipendere ormai da anni dalle promesse della politica. Promesse che non vengono mantenute, forse perché non conviene? Non si vuole? Non si deve? Questo non è dato saperlo, fatto sta che gli imprenditori del posto sembrano aver dimenticato la squadra della loro città, di cui si vantano di sostenere.
Il risultato è che un’intera tifoseria vede da anni mortificata la sua legittima voglia di esser fiera della propria squadra. Viene meno ormai qualsiasi aspettativa che possa accendere quell’entusiasmo che questa piazza merita. Sta così morendo lentamente l’ultimo baluardo dell’aggregazione sociale cittadina, muore così quel sentimento di appartenenza, anche tra i più giovani, che solo il calcio sa dare. Muore, sotto lo sguardo impassibile di chi ha la possibilità e non fa nulla, un pezzo di storia della città. Noi chiediamo normalità, Noi chiediamo una vera Società un vero progetto calcistico.
Siamo stanchi dei silenzi,delle mezze verità, vogliamo chiarezza!
NON SCHERZATE CON 85 ANNI DI STORIA.
FIRMATO QUELLI SEMPRE PRESENTI IN CASA E IN TRASFERTA
purtoppo non si vive di solo calcio.bisogna aprire le porte agli altri sport. in questa città non esistono strutture che diano la possibilità di scelta ai ragazzi.nei quartieri nuovi la prima struttura sportiva ad essere creata sono i campi da calcio e/o calcetto. praticare sport vuol dire essere impegnati, socializzare, rispettare la propria salute, non buttare calci ad un pallone. purtroppo il calcio a manfredonia sta passando un brutto momento, è finita l’era di pappagone.comunque FORZA DONIA!!!