“È davvero preoccupante la situazione della raccolta rifiuti sui tre moli del porto di Manfredonia in seguito della rimozione di tutti i cassonetti per la raccolta della spazzatura e dei gab biotti destinati al conferimento e raccolta degli oli esausti. È insostenibile anche per la gestione della pesca manfredoniana, ed è impensabile ritenere la raccolta dei rifiuti un’azione separata e non connessa direttamente al corretto svolgimento delle attività legate ad essa, oltre al fatto, facilmente intuibile, che sarà crescente l’abbandono dei rifiuti speciali e non in questi luoghi”. È questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia ed Emanuela Bisceglia, presidente del Circolo Legambiente di Manfredonia, sulla situazione che si è creata in seguito alla rimozione dei cassonetti presenti nell’Autorità Portuale di Manfredoniaa.
Sulla questione è bene ricordare che il divieto di abbandono dei rifiuti in ambito portuale in realtà è già da tempo vigente. Inf atti, l’art. 71 del R.D. n. 327 del 30 marzo 1942 prevede che “nei porti è vietato gettare materiale di qualsiasi specie”. In più, nel 2000 è intervenuto il legislatore comunitario con la direttiva n. 2000/59/CE del 27 novembre 2000, la quale fornisce gli strumenti normativi per il ridimensionamento dell’inquinamento marino che ormai ha assunto livelli preoccupanti. Tutti i porti devono predisporre gli impianti adeguati di raccolta e servizi idonei, in grado di gestire tutte le tipologie di rifiuti e di residui del carico delle navi che vi approdano, ma ciò non basta. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C115/5 dell’ 11 aprile 2016 la Comunicazione della Commissione, ch rigu rd “Orientamenti per l’interpretazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico”, essa inizia precisando i principali obblighi relativi alla messa a disposizione di sufficienti e adeguati impianti portuali di raccolta e il modo in cui tali obblighi andrebbero integrati in piani completi per la raccolta e la gestione dei rifiuti in ciascun porto, conformemente alle prescrizioni enunciate. Il problema della gestione dei rifiuti nelle aree portuali è molto diffuso in Italia a causa della mancanza di adeguati punti di conferimento nei porti e nelle aree dove ormeggiano i pescherecci, nonché di una carenza nei processi di raccolta e smaltimento o riciclo.
Per questo Legambiente chiede al Comune e all’ autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale di adoperarsi per sperimentare un progetto pilota che si possa inserire tra le innovazioni promosse dal Governo nell’ambito della Green Economy per la gestione dei rifiuti. Sarebbe un segnale importante per la marineria di Manfredonia se le istituzioni preposte procedessero in questa direzione . Infatti, con la Legge 28 dicembre 2015, n. 221 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali (cosiddetto Collegato Ambientale)”, il Governo ha inteso sanare questa carenza. L’ articolo 27 detta disposizioni in materia di pulizia dei fondali marini, prevedendo l’individuazione dei porti marittimi di siti idonei in cui avviare operazioni di raggruppamento e gestione di rifiuti raccolti durante le attività di pesca, turismo subacqueo attraverso accordi di programma. Circa 250 miliardi le micro particelle di plastica che galleggiano nel Mediterraneo nei cui detriti finisce ingabbiata la fauna selvatica, con solo il 20% di probabilità di salvarsi, mentre gli stessi rifiuti si trasformano in un salasso di denaro per le attività di pesca, turismo, acquacoltura, navigazione ed energia. Questo il quadro preoccupante che emerge dal rapporto del Centro comune di ricerca della Commissione europea sulla minaccia che rappresentano i rifiuti marini per l’ecosistema di mari e oceani, la salute umana e le attività economiche.
“Sulla base di questi dati preoccupanti – concludono Tarantini e Bisceglia – già in passato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, si era fatto portavoce della necessità di introdurre una legge regionale per la pulizia dei mari e dei fondali ad opera dei pescatori . Finora, per i virtuosi che hanno portato a terra i rifiuti sono arrivate solo salate sanzioni. Per questa ragione chiediamo che, in attesa della legge, si sviluppi un’azione di pulizia dei fondali dai rifiuti e dalle reti fantasma”