Domenica 22 Dicembre 2024

“Serve più attenzione al mare, a chi lo vive e a chi ci lavora”

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Alla Conferenza Mondiale Ocean 2017, si è parlato anche di Manfredonia

 

Alessandro Cannavale ha intervistato Dario Vassallo, Presidente della fondazione Angelo Vassallo, che ha recentemente preso parte alla conferenza mondiale Our Ocean 2017 (https://ourocean2017.org/), tenutasi a Malta. L’intervista si chiude con una proposta importante.

 

Dottor Vassallo, la sua partecipazione, per la Fondazione Vassallo, alla conferenza di Malta “Our Ocean 2017” quale bilancio la porta a fare.                                                                                                     

E’ un bilancio molto positivo. Partecipando a questo evento mondiale ho constatato la fragilità dei nostri oceani e di conseguenza del nostro pianeta. C’è stata la partecipazione di tante personalità provenienti da tutto il mondo e ognuno con idee e azioni diverse e positive, penso che questa sia la strada giusta da percorrere. Sono consapevole che il nostro progetto “Pulizia dei fondali marini” sia uno dei migliori progetti per il mare e continueremo a portarlo in giro per il mondo per spiegare che non è solo un progetto ambientale, ma un progetto culturale, perché anche salvando una sola goccia del nostro mare si contribuisce a salvare la vita e non solo marina. Gli oceani forniscono oltre il 50% dell’ossigeno che noi respiriamo.

Alla conferenza hanno preso parte grandi personalità come John Kerry. Qual è stato il tenore di queste importanti relazioni?

Alla conferenza hanno preso parte tante personalità. La Regina Rania di Giordania, con il suo intervento ha dimostrato la propria sensibilità e una visione mondiale del problema. Il ministro dell’ambiente dell’Ecuador, con il suo intervento ha illustrato l’azione del suo governo nei confronti della salvaguardia degli oceani e le sue parole, accompagnate da immagini eloquenti, hanno dimostrato che i loro allevamenti di gamberi sono ad altissima tecnologia: tutto scientificamente studiato e controllato in modo capillare da organi internazionali, in quanto la loro vendita avviene su scala mondiale. John Kerry, l’ex Segretario di Stato Americano e padre fondatore di questo progetto, ha tenuto un discorso pieno di azioni e speranze, facendo un resoconto dei risultati raggiunti in soli 4 anni, da quando ha avuto inizio questa politica di salvaguardia degli oceani.

 

Le prime tre conferenze si sono tenute a Washington (2014), Cile (2015), Washington (2016),

Nei primi 3 anni ci sono stati moltissimi impegni e progetti intrapresi in tutto il mondo che hanno portato a creare negli oceani aree marine protette pari a 3,8 milioni di miglia marine quadrate. In quest’ultimo anno si sono aggiunti altri 2,5 milioni di miglia marine quadrate, con un investimento di 6 miliardi di euro.Stiamo parlando di cifre cospicue e di milioni di euro in progetti, tutti tesi a salvaguardare gli oceani e a salvaguardare noi stessi: se l’innalzamento della temperatura del pianeta comporta la scomparsa di migliaia di isole nel pacifico, il problema ci tocca, ad esempio, perché lo stesso innalzamento, da noi, determinerà erosione costiera e allagamenti inimmaginabili. Un loro problema è un nostro problema.

 

Come valuta la partecipazione italiana e gli impegni assunti a livello nazionale e internazionale sul tema dell’inquinamento dei mari?

Se ci riferiamo a uomini del governo italiano, ministri, o sottosegretari, non se ne è palesata la presenza. Se invece c’erano, non me sono accorto. Questo è giustificato, forse, dal fatto che la conferenza era organizzata dall’Unione Europea e a rappresentare tutti c’era la Alto Rappresentante per l’Unione degli Affari Esteri Federica Mogherini e varie autorità della Commissione Europea.

Non so neppure se abbiano preso impegni. Ho ascoltato diverse relazioni, di diversi rappresentanti, di Seichelles, Ecuador, Filippine, Palau, Indonesia, Ghana, Usa, Norvegia, etc., ma non italiani.       Dimenticavo: non erano presenti neanche l’anno scorso a Washington, dove noi eravamo, per presentare il nostro progetto, invitati dal Dipartimento di Stato Americano.

Nel nostro Paese non esiste una vera politica ambientale rivolta alla salvaguardia del mare, molti addetti non sanno neppure che a Manfredonia un Kg di triglie viene pagato euro 1,50, e che un litro di gasolio costa 60 centesimi, e che per 12 ore lavorative un peschereccio medio- piccolo consuma 200 litri di gasolio. Questo significa che solo per recuperare il carburante devi pescare 80 kg di triglie.

Qual è la situazione del Mediterraneo?

Nel Mediterraneo la situazione è allarmante, basti pensare che ogni giorno si gettano in questo mare 731 tonnellate di rifiuti. Il Mediterraneo è un mare chiuso, nel quale sfociano 69 fiumi, dove il riciclo dell’acqua attraverso le Stretto di Gibilterra avviene ogni 100 anni. E’ un mare dove vivono sulle coste 150 milioni di persone che diventano 450 milioni in estate.

Molti Paesi, compreso il nostro, non hanno impianti di depurazione adeguati e per questo l’Italia è sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea e rischia di pagare una multa da milioni di euro. Dalla conferenza di Malta si è capito che l’azione principale di ogni Paese è quella di incrementare le zone marine protette, ponendosi come obiettivo di arrivare nel 2030, a una copertura del 30% della superficie degli oceani. In Italia c’è da decenni un piano delle zone marine protette ma molte di queste aree sono state assegnate solo sulla carta e non gestite e controllate in modo adeguato.

Secondo me bisogna pensare in modo diverso e concepire le aree marine come zone non solo di salvaguardia ma anche di sviluppo economico, vi si dovrebbe vietare ogni tipo di pesca e aumentare la distanza di salvaguardia dalla costa, dai 300 metri attuali, ai 1000 metri.

È altresì indispensabile combattere la pesca illegale con ammende e sanzioni penali, essere più severi. Bisogna tornare ad un’idea di Stato: uno Stato che faccia lo Stato, controllando in primis i controllori. Queste conferenze servono ad aprire la mente, a capire che le cose si devono fare e si possono fare in tempi rapidi, rapidissimi. Nel 2018 la Conferenza Mondiale sugli Oceani si terrà in Indonesia, nel 2019 in Norvegia, nel 2020 nel Pacifico, forse a Palau.

 

Ci illustra la sua proposta di cui abbiamo accennato sopra?

Propongo che il ministro dell’ambiente del nuovo governo che verrà, sia più lungimirante, ascolti i pescatori, parli con chi vive il mare e con chi lavora sul mare e che si attivi attraverso l’Unione Europea affinché nel 2021 la conferenza si tenga in Italia, e che venga proposto come sede il Cilento.

 

11 ottobre 2017

 

 

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