Di Aldo Caroleo, Archeoclub Siponto
Ricordando un grande Maestro: p. Lorenzo Astegno, Sacerdote Scalabriniano
Padre Lorenzo Astegno era un sacerdote scalabriniano che nel 2000 si trovava a Siponto e ci rimase per qualche anno. Una figura discreta e cordiale, di raffinata cultura , innamorato della storia e della cultura del nostro territorio. Amava soprattutto la Basilica di S.Maria Maggiore e ricordo che gli faceva piacere la mia condivisione di interessi culturali. Sulla Basilica egli fece una ricerca e io sono onorato di averlo aiutato e di essergli stato amico ma anche allievo, poiché alla fonte della sua straordinaria cultura storica ho attinto tanto. Da qualche anno si trovava nella Casa scalabriniana di Arco di Trento dove aveva conservato sempre il suo amore per Siponto e la sua Basilica da dove è tornato alla Casa del Padre da qualche giorno.. Di lui conservo gelosamente la tesi di Laurea sulla chiesa paleocristiana di Santa Maria del Mare di Trieste e che mi ha fatto l’onore di darmi. E’ stato Lui a sollecitare il mio interesse per il Simbolismo Cristiano Medievale , del quale mi sono innamorato e sul quale ho fatto e continuo a fare ricerche.
Sue sono le traduzioni dal latino delle epigrafi che si trovano all’interno della Basilica che io gli chiesi di fare qualche anno fa quando era già ad Arco e che puntualmente ha fatto. Le traduzioni le ho trascritte e si trovano sotto ogni epigrafe in Basilica, nella Chiesa Superiore. Ne conservo ancora gli originali , scritti rigorosamente a mano.
Della ricerca sulla Basilica (lo aiutai a prendere i rilievi) ho rintracciato quel suo contributo che ripropongo.
“L’angelo che parlava con me aveva una canna graduata d’oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. La città si estende quadrata : la sua lunghezza è uguale alla sua larghezza . E l’angelo misurò la città con la canna per dodicimila stadi : la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali” (Apocalisse , XXI, 15-16).
L’architettura caratteristica della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto merita una profonda e precisa riflessione.
In architettura la pianta a forma centrale trova diverse realizzazioni: a croce greca, rotonda, esagonale, ottagonale… La forma a pianta centrale della Basilica di Siponto è quadrangolare. La misura interna si estende per metri 16 per 16, l’altezza dal pavimento della cripta al vertice della cupola è di metri 16. L’identità tra lunghezza, larghezza e altezza della nostra Basilica richiama l’immagine della città santa, la Gerusalemme nuova che discende dal cielo con lo splendore di Dio. La misurazione della Gerusalemme nuova dà un risultato sorprendente: secondo il simbolismo aritmetico -geometrico dell’Apocalisse la forma cubica esprime il massimo della perfezione realizzabile: Dio non poteva fare di più. Il santo dei santi del Tempio di Gerusalemme aveva la forma cubica. La Gerusalemme nuova proveniente dal cielo si situa sulla terra, anch’essa rinnovata: si ha così un superamento della divisione tra cielo e terra, tra trascendenza e immanenza, tra uomo e Dio. E’ una città proiettata sulla via dell’amore,una città fatta di persone capaci di amare: si ha una convivenza tra Dio e gli uomini con tutte le implicazioni che ne seguono.
La figura teologica della Gerusalemme dell’Apocalisse possiede l’attualità e la freschezza del simbolo: è stata nel passato, è per noi oggi, sarà in futuro , in grado di evocare e far gustare un tipo di esistenza che ci compete, alla quale aspiriamo tutti . (P. Lorenzo Astegno Sac. Scalabriniano)).
Ancora un grazie, p. Lorenzo per quello avete dato per accrescere e trasmettere le mie conoscenze. Non Vi dimenticherò mai.
Aldo Caroleo, Archeoclub Siponto