Come fa il sindaco di una città, in un momento come questo, mentre il suo Comune rischia il dissesto finanziario ed avrebbe bisogno di tenere al proprio capezzale un medico ben dotato che lo assistesse 24 ore al giorno, a dedicarsi alle grandi manovre e sotterranee minacce per accaparrarsi un’altra carica molto impegnativa? Chi ha preso l’Ufficio di Presidente dell’ASI era perfettamente consapevole di non poter accettare, non solo per una probabile violazione di legge, ma soprattutto perché c’è una inopportunità evidente che, nella stessa persona, vengano sommate le cariche di Amministratore Unico del Contratto d’Area, di Sindaco, di consigliere provinciale e di Presidente dell’ASI.
La questione è così evidente, che lo stesso Riccardi, il 16 settembre scorso, dichiarava:
”Con riferimento alle indiscrezioni riportate da un quotidiano locale, e alle successive voci circolate su altri mezzi d’informazione, riguardanti una mia presunta ricollocazione in altri incarichi, preciso quanto segue. Come ho più volte ribadito, con senso di responsabilità voglio portare a termine l’incarico per cui sono stato eletto per il semplice motivo che non intendo tradire il rapporto di rappresentanza che si fonda sulla fiducia degli elettori”.
Ma c’è di più. Il nuovo presidente dell’Asi di Foggia ha accumulato negli ultimi vent’anni, in diverse collocazioni amministrative, una montagna di fallimenti economici o progettuali, difficili da riscontrare in altre realtà.
Dopo aver abbandonato in prefallimento il Manfredonia Calcio, sotto la sua gestione sono falliti, o hanno rappresentato un fallimento, il contatto d’area; la Gema; la gestione del Mercato Ittico; la gestione ASE del Mercato Ittico; la gestione del piano stradale, dell’acqua e della fogna; la stazione Ovest; il verde pubblico; la gestione della villa comunale e del parco giochi annesso; il piano di recupero del Centro Storico; l’uso programmato delle biciclette comunali; il progetto “INSIEME PER IL VERDE”; il piano per il turismo; il Porto turistico; la gestione della costa; la realizzazione delle barriere frangiflutti; i comparti; la bonifica ambientale e, per ultimo, ma non per importanza, il rischio di dissesto finanziario del Comune di Manfredonia.
Con tutto questo peso, tale superman dei fallimenti si permette di accaparrarsi altre cariche? E non dimentichiamo che il nostro sindaco deve ancora fare i conti con un gravoso processo in corso, in cui praticamente tutti i corrotti sono stati già condannati in primo grado, mentre il sospetto corruttore riesce ancora a dilazionare il suo momento, per la bravura dei suoi avvocati ed un santo che sta in paradiso. Perché, se la giustizia fosse meno lenta e, soprattutto, meno sensibile a certe richieste che puntano solo ad allungare i tempi del processo, quelle cariche il nostro sindaco, in base alla legge Severino, le avrebbe già dovute lasciare tutte insieme, con la semplice condanna di primo grado.
Io però non ce l’ho con lui. Lui fa ciò che può, con i soli mezzi che ha, quelli non molto edificanti della politica politicata. Ma il PD, questo partito ormai votato ad un ignobile suicidio, infischiandosi dell’interesse pubblico, ha approvato il papocchio a livello locale, provinciale e regionale. Ed i due o tre maneggioni che vi sono nel PD locale, ormai senza seguito ma con ancora tanta fame, per quanto tempo pensano di poter continuare con questo sporco gioco delle spartizioni, per mantenersi sempre in piedi, senza rispetto del popolo a cui in tutti questi anni hanno carpito voti, con raggiri, promesse… ed altro, di cui occorrerebbe vergognarsi, almeno per rispetto dei propri figli?
Ma quando Manfredonia deciderà davvero di liberarsi di tali sconvenienti personaggi, vecchi nell’anima e ubriachi di potere, che impongono ancora la loro presenza tesa ad inquinare l’anima della nostra città?
Prof. Italo Magno
Consigliere comunale di Manfredonia Nuova