Quasi novanta anni fa un uomo, scrisse un’opera: Il Porto di Manfredonia nella vita economica della Capitanata. Questo lavoro raccontava delle origini del Porto di Siponto, uno dei porti più importanti del Mediterraneo fino al 1223 data della sua distruzione a causa di un devastante maremoto. Tale sventura sembra abbia lasciato una profonda ferita insanata ancor oggi. Da allora una inspiegabile strategia politica nazionale ha fatto di tutto per far in modo che il Porto di Manfredonia non si sviluppasse pur trovandosi in una posizione geografica favorevole per la protezione data dal Promontorio del Gargano, l’ubicazione in un golfo naturale ma soprattutto la sua vicinanza ad un importantissimo snodo ferroviario: Foggia. Negli anni trenta l’autore di quest’opera raccontava di una Capitanata e della sua campagna ricca di grano, vino, olio, pomodoro, dell’importante produzione di marmo e di sale. Nonostante la disponibilità di tutte queste risorse, il Porto di Manfredonia e l’intera città è stata boicottata nel suo sviluppo più naturale, è stata deturpata, abbandonata e mai risarcita. L’autore senza mezzi termini denuncia l’ingiustizia perpetrata a favore del Porto di Bari, da sempre più ricca di politici influenti e determinanti per stabilire la strategia di sviluppo territoriale. Raffaello Di Sabato nel suo lavoro fotografa lo stato della pianificazione strategica portuale della nuova Siponto degli anni ’30, situazione che a distanza di 80 anni non è cambiata minimamente. Lo sviluppo dell’area portuale di Manfredonia serve alle imprese, serve ai politici e serve soprattutto alla Provincia, a tutti quei giovani e meno giovani che sono costretti come accadeva nell’ultimo dopoguerra a lasciare i propri cari e le proprie origini per guadagnare il necessario per le proprie famiglie. Questo non è giusto.
Da troppi anni, troppo silenzio su una questione di così tanta importanza per la nostra economia. Non è un’illusione. Grandi opere recenti sono state realizzate grazie all’intesa tra le reciproche parti politiche, perché su questo importante aspetto economico non si è riusciti a trovare quell’equilibrio? Occorre un deciso ed energico confronto tra l’Autorità Portuale di Manfredonia, il Comune, la Provincia, e la Regione, tutti enti potenzialmente ben disposti. Un confronto non formale ma concreto ove trovare la migliore soluzione per tutti, soprattutto per il territorio. Ci si auspica che i validissimi imprenditori locali, ai quali alcuni storici attribuiscono il fallimento del Porto di Manfredonia, sappiano sollecitare il mondo politico, sottoponendogli progetti di sviluppo ed opportunità di crescita sociale. Manfredonia e la Capitanata vantano una notevole numerica di rappresentanti delle forze politiche distribuite nei vari palazzi delle scelte e non si comprende per quale ragione la nostra Capitanata, giaccia silenziosa a svolgere il suo ruolo di Cenerentola. Siamo però certi che se riusciremo a creare un sistema di forze unite potremo cambiare una storia che vede il Porto di Manfredonia come un pugile depresso e spaventato pur consapevole del suo valore e della sua forza.
Raffaele di Sabato
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