Giovedì 21 Novembre 2024

Fare chiarezza fra DDA e DIA e cosa chiedere per Foggia e la Daunia

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La richiesta avanzata, pure da molti Consigli Comunali, d’istituire a Foggia la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) nasce, con tutta evidenza, sulla base di un’onda emotiva, istintiva e per certi versi tanto elementare quanto comprensibile per zelo. Tuttavia occorrerebbe fare un esame di realtà e porsi delle domande cui rispondere in modo pragmatico: infatti per avere la DDA a Foggia dovrebbe essere preliminarmente qui creato il 27° distretto di Corte d’Appello, in quanto la legge istitutiva della DDA vincola la costituzione di questa  presso il tribunale  del  capoluogo del distretto di Corte d’Appello, non  è possibile, a norma di legge, istituirla nelle sezioni distaccate. A pratica conferma, qualora vi fosse bisogno, c’è l’evidenza che la DDA non è presente in nessuno dei Tribunali (Sassari, Taranto e Bolzano) delle sezioni distaccate di Corti d’Appello.

 

Quanto poi possa essere utile la richiesta di istituire a Foggia il Tribunale per i Minorenni per un miglior contrasto alle attività criminose, specie di quelle organizzate di stampo mafioso, è cosa tutta da dimostrare e la tendenza nazionale ad avere un Tribunale per i Minorenni solo nei capoluoghi di regione non sembra in procinto di mutare. Speranze vane quindi ed energie stornate dai reali fronti di lotta.

 

Secondo le nostre valutazioni e quelle della società civile da noi ascoltata durante le attività svolte sul territorio, le istituzioni politiche dovrebbero chiedere a gran voce una Sezione Operativa Distaccata dal Tribunale di Bari della D.I.A., che viene semplicemente istituita con provvedimento del Direttore della D.I.A. su input del Ministero dell’interno (che è il solo competente dell’assetto organizzativo generale della D.I.A. definito con decreti ministeriali), sentito il Consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata. Essa costituirebbe uno strumento stabile di prevenzione investigativa realizzabile ed attivabile in tempi relativamente brevi.

Ricordiamo che  ad oggi Siano state gia’ fatte 2 risoluzioni per la DIA a Foggia, la prima  in Commissione Antimafia, la seconda  in Consiglio Regionale di Puglia.

La Mafia in provincia di Foggia non è più un affare di poco conto e diventa sempre più una costante di terrore e d’insicurezza sociale. E’ tempo di agire: la commemorazione senza azioni concrete, i digiuni e gli incatenamenti estemporanei e infine le iperboliche richieste (non per ciò che si chiede, ma per il tempo necessario ed i relativi costi di attuazione) fatte da comitati, nati spesso solo per cavalcare l’onda emotiva, corrono il rischio di fare più danno, confondendo le acque cercando di avere di tutto, di più, per poi non riuscire invece ad ottenere il proverbiale NULLA.

 

Per questo la società civile è scesa in piazza, e l’ha fatto un anno or sono, in tempi dunque non sospetti, e con la proposta di un unico obiettivo, l’unico subito e concretamente realizzabile: l’istituzione a Foggia di una Sezione Operativa Distaccata della D.I.A.

L’associazione “Populus-Democrazia Partecipativa e Deliberativa” ed il contenitore mediatico di partecipazione popolare per una cittadinanza attiva “DauniAttiva” hanno promosso, a tal fine, un’articolata campagna di sensibilizzazione per la raccolta di firme a favore della petizione popolare per l’istituzione a Foggia di una Sezione Operativa Distaccata della D.I.A..

Le migliaia di firme raccolte sono l’ancoraggio migliore al sentimento di onestà del cittadino!

Ed un maggiore, duraturo controllo preventivo, essenzialmente di tipo conoscitivo, del territorio della Capitanata, con l’istituzione di una Sezione Operativa Distaccata della D.I.A., produrrebbe certamente nel cittadino un migliore senso di sicurezza, fonte di sviluppo per qualunque moderna società a tutela del cittadino e del territorio, coniugando inoltre la ricerca di un equilibrio sociale con la collaborazione e la partecipazione della popolazione residente.

Su questo argomento, quali siano gli strumenti concretamente realizzabili nella nostra provincia per ottenere la sicurezza sociale, sollecitiamo un confronto con le associazioni ed i comitati che hanno idee diverse dalle nostre. E siamo certi che questo invito non cadrà nel vuoto!

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