Domenica 22 Dicembre 2024

Il tesoro dell’antica Siponto: la necropoli sotterranea tutta da scoprire!(FOTO)

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Il 2 settembre è stato celebrato l’evento culturale “Sipontum Day” organizzato dall’associazione Archeoclub di Siponto ed attiva da anni nella riqualificazione del complesso funerario ipogeico del Parco archeologico di Siponto. Abbiamo intervistato l’artefice di questo ammirevole progetto il prof. Aldo Caroleo. “L’iniziativa è nata affinché i visitatori potessero conoscere nella massima sicurezza gli ipogei Scoppa 1 e Scoppa 2 da troppo tempo dimenticati dalle istituzioni e lasciati nel degrado. Il primo passo compiuto dai volontari dell’Archeoclub è stato quello di ripulirli dall’erbaccia e dal fango depositatosi nel tempo”. L’ipogeo Scoppa 1, situato nella pineta di Siponto, è fruibile attraverso una scaletta appositamente realizzata con il materiale di recupero per poter scendere e scoprire le tombe (vedi foto). Infondo è possibile scorgere il simbolo del crocifisso disegnato in nero sulla parete della necropoli presso cui i parenti del defunto pregavano e solevano anche mangiare nel ricordare il loro caro. A riguardo sono stati ritrovati dei resti del cibo consumato all’epoca come le ossa di pollo. L’ipogeo Scoppa 2, quello più vicino al canale delle brecce che, secondo fonti storiche, è il luogo dove il vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano, edificò nel VI secolo una chiesa dedicata ai protomartiri Stefano e Agata. Tra gli altri recuperi anche i resti di uno splendido mosaico (vedi foto) probabilmente parte del pavimento della chiesa. Questo ipogeo sarà fruibile appena termineranno i lavori di riqualificazione. L’associazione fa il possibile per portarli al loro antico splendore ma si basa sulle uniche forze che possiede: quelle dei volontari. La cittadinanza e le istituzioni deputate al recupero dei beni artistici-culturali dovrebbero essere più attente nel sostenere questo tipo di iniziative che partono dal “basso” per rinvigorire le tradizioni e la storia del territorio. Purtroppo la burocrazia non sempre agevola e gli ostacoli non mancano, purtroppo. L’Archeoclub di Siponto è riuscito ad ottenere l’affidamento del complesso ipogeico (Scoppa 1, Scoppa 2 e l’ipogeo “Santa Maria Regina” adiacente l’omonima Chiesa di Siponto) dal Consorzio di bonifica di Capitanata in collaborazione con l’Arcidiocesi di Manfredonia e la Parrocchia di Siponto. Il presidente dell’Archeoclub, Aldo Caroleo, ha confidato ai nostri microfoni il suo sogno di far emergere la Siponto sotterranea. Potrebbe sembrare un miraggio. Ciò è possibile se tutte le risorse formali (istituzionali) e informali (associazionismo e privato sociale) insieme costituissero una grande “rete” in grado di abbattere l’inerzia e l’indifferenza per rivitalizzare il “bene pubblico”. In Italia esistono tante belle realtà come la “Napoli sotterranea” oltre quella romana più nota. Anche la Capitanata potrebbe realizzare la città sotterranea di Siponto se ci fosse la volontà. I monumenti sepolcrali di Siponto testimoniano le evidenze di una necropoli sotto l’intera area della Pineta che va oltre fino all’area della Parrocchia. «Alcune tombe emergenti dal manto tufaceo, resti di coperchi di sarcofagi e di chiese attestano» prosegue Caroleo «l’esistenza di un grandissimo bacino archeologico e storico ancora tutto da scoprire». Nell’ipogeo di Santa Maria Regina, il più esteso e meglio conservato, vi è una zona con un altare, quindi resti di una chiesa, e nel periodo natalizio fa da cornice alla rievocazione della Santa natività. Ci auguriamo che venga riproposta anche quest’anno con la collaborazione dei bambini della Parrocchia che emozionano nell’inscenare il presepio vivente. Come da programma del “Sipontum Day” è stato possibile visitare il museo etnografico “Melillo” che conserva gli antichi cimeli e attrezzature da lavoro appartenenti al mondo della pastorizia, della pesca, dell’agricoltura e della vita domestica (Vedi foto). Il Museo è di proprietà della Fondazione privata Centro Residenziale di Studi Pugliesi Prof. Michele Melillo cui hanno dato vita gli eredi per non disperdere l’enorme patrimonio culturale realizzato e preservato dal loro padre. Con il passare degli anni le volte del museo presentano i segni del tempo ed occorrerebbe un’opportuna manutenzione che manca dalle istituzioni preposte. Adiacente il museo è presente la Biblioteca, intitolata alla memoria dello zio di Michele, prof. Giacomo Melillo, che custodisce oltre ventimila volumi sulla linguistica, dialettologia, agiografia, filosofia, letteratura, cultura varia e storia locale. Un altro sogno espresso sarebbe quello di realizzare all’interno della sala della Biblioteca un cortometraggio sulla vita rurale e marinara per consentire una migliore fruizione e comprensione del museo etnografico. Speriamo che questi sogni possano un giorno realizzarsi, spinti dalla passione verso il bene comune da preservare.

Grazia Amoruso

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