Personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Manfredonia nella giornata di oggi 31.08.2017, a coronamento di complesse e delicate indagini di p.g. ha ottenuto ed eseguito un’ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di D.G. nato a Manfredonia, rintracciandolo e catturandolo nella mattinata odierna in Manfredonia. A conclusione delle formalità di legge l’indagato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Foggia a disposizione dell’A.G. mandante.
Nell’Ordinanza Applicativa della misura coercitiva, richiesta dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Laura SIMEONE ed emessa dal GIP del Tribunale di Foggia dr. Marco FERRUCCI, si legge che il D.G. è indagato:
- a) del reato di cui all’art.572 e art. 61 nr. 11 quinquies c.p. per avere con condotte continuate e ripetute nel tempo, maltrattato la convivente F. A., la di lei figlia di anni 14 R. F. P. e la figlia D. G. di anni 4, sottoponendole a continue violenze fisiche e psicologiche in modo da cagionare loro, volontariamente, una durevole sofferenza fisica e morale; in particolare il D.G. durante la convivenza con la F. e con le figlie, generava litigi per futili motivi durante i quali colpiva la R. e la F. con degli schiaffi e le ingiuriava. Con l’aggravante di aver commesso il fatto in presenza e in danno di due minori di anni 18. Tali episodi si sono verificati e sono stati accertati in Manfredonia dal gennaio 2015 e tutt’ora in corso.
- b) del reato p. e p. dagli artt. 81, 56 e 609 bis con riferimento all’art. 609 septies c. 4 nr. 1 e nr.2 c.p. perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso , poneva in essere condotte dirette in modo non equivoco a costringere R. F. a subire e compiere atti sessuali e, in particolare, chiedeva alla ragazza di toccargli le parti intime e di farsi toccare e, al rifiuto della R., la colpiva con degli schiaffi; non riuscendo nel suo intento in quanto la p.o. nonostante le percosse rifiutava di compiere gli atti sessuali. Tali episodi si sono verificati e sono stati accertati in Manfredonia dal gennaio 2015 a febbraio 2016. Con la recidiva reiterata e specifica.
Le indagini traggono origine da notizie apprese da personale dipendente della squadra di polizia giudiziaria in occasione di un colloquio con una psicologa del Comune di Manfredonia alla quale la minore R. F. P., affidata ai nonni materni, aveva confidato di essere stata abusata sessualmente dall’attuale convivente della madre .
Le conseguenti attività investigative dapprima svolte su iniziativa del personale dipendente e contestualmente coordinate dal dirigente il Commissariato di P.S. dott. Agostino DE PAOLIS e dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Foggia, dott.ssa Laura SIMEONE, hanno consentito di riscontrare ed evidenziare gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato che hanno conseguentemente determinato il GIP del Tribunale di Foggia ad emettere l’Ordine di cattura nei confronti dell’indagato e di condurlo immediatamente presso la Casa Circondariale di Foggia per ivi rimanere a disposizione dell’A. G. competente.
I gravi e qualificati indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato per i delitti sopradetti si desumono chiaramente dalle articolate indagini svolte dagli investigatori, (dalle quali emerge il coinvolgimento in qualità di parti offese di due minorenni) che hanno consentito di raccogliere importantissimi elementi probatori e di fare luce sulle condizioni di vita delle due minori e della loro madre. In base a una precedente segnalazione del 2015 relativa all’induzione alla prostituzione di una delle due minorenni il Tribunale per i Minorenni di Bari aveva già disposto l’affidamento delle due minori R. F. P. e D. G. ai servizi sociali del Comune di Manfredonia, collocando R. F. P. presso i nonni materni. Tuttavia R. F. P. era rimasta a vivere con la madre e il compagno e questi le avevano imposto di non avere rapporti con la nonna che però in alcune occasioni la ragazza aveva chiamato di nascosto per lamentarsi della mancanza di cibo. Nella tarda serata di un giorno di febbraio 2016 la minore R. F. P. si era presentata a casa della nonna assai spaventata e aveva chiesto di vivere li, asserendo di non voler avere più rapporti con la madre ed il compagno. A distanza di tempo (nel gennaio 2017) la ragazza aveva confidato che in quell’occasione si era allontanata dalla casa della madre a seguito dell’ennesima condotta violenta tenuta dall’indagato, il quale l’aveva ripetutamente colpita con dei calci alla pancia obbligandola a stare ferma con le braccia alzate. Le confidenze della minore R. F. P. fatte alla nonna P. S. erano riferite al periodo di tempo gennaio 2015 – febbraio 2016, periodo questo in cui aveva convissuto con la madre e con l’indagato. Proprio in questo periodo di convivenza il D.G. entrando nella camera della minore aveva iniziato a palparla nelle parti intime pretendendo che lei facesse lo stesso. L’indagato aveva avuto comportamenti violenti anche nei confronti della madre, picchiandola, procurandole un aborto. Le confidenze rese alla nonna dalla minore, sono state confermate anche innanzi al p.m. dr.ssa Laura SIMEONE assistita durante la delicata attività di indagine da uno psicologo. La minore nel precisare i vari accadimenti durante il suo periodo di convivenza con la madre ed il compagno di lei descriveva le violenze giornaliere alle quali erano sottoposti lei, la sorellina minore e la mamma. Diverse sono state le situazioni di approccio sessuale dell’uomo nei confronti della minore e quando lei si rifiutava non mancavano le reazioni dell’indagato che la colpiva con schiaffi. Durante le attività di indagine è emersa inoltre una debole credibilità della madre della minore, risultata invece fortemente minata dalla ostinata negazione, da parte sua, in alcune occasioni, dell’attività di meretrico che invece gli investigatori hanno provato raccogliendo alcuni dati di fatto oggettivi; Inoltre, sono stati cristallizzati gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato per i delitti di maltrattamenti aggravati e tentata violenza sessuale. IL costante uso della violenza da parte dell’indagato nei confronti della convivente e delle due minori esprime chiaramente una personalità prevaricatrice e pericolosa che gli ha consentito di determinare una condizione permanente di prostrazione delle vittime.
Considerata la probabilità che l’indagato potesse commettere delitti della stessa specie, atteso il permanere della convivenza con le vittime tra le quali una minore, attualmente di anni 6, la costante reiterazione dei comportamenti aggressivi e minacciosi e la mancanza di remore nell’usare la violenza e stante il concreto pericolo di reiterazione di condotte di pari o maggiore gravità il GIP ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato disponendone l’immediata cattura e traduzione presso la Casa Circondariale di Foggia.
Ma perché non tagliano i Gen. e li buttano via… questa gente non merita di vivere.