“Lo Stato ha assunto piena consapevolezza della pericolosità della criminalità organizzata di stampo mafioso presente sul Gargano e in Capitanata. Più volte, anche intervenendo direttamente, avevamo chiesto che “il caso Foggia” diventasse nazionale. Con le decisioni assunte ieri in Prefettura, finalmente, siamo alla svolta: lo Stato ha deciso di mettere in campo tutto l’impegno necessario, schierando uomini, mezzi e strutture per combattere i clan e riprendere il controllo del territorio”. Lo afferma l’on. Michele Bordo, presidente della Commissione Politiche UE della Camera, esprimendo “grandissimo apprezzamento per la rapidità, l’organicità e la forza delle azioni programmate ed attuate dal ministro dell’Interno Marco Minniti con il prezioso supporto di magistratura e Forze dell’Ordine e la collaborazione attiva della Regione Puglia e dei sindaci della Capitanata”.
“Schierare – continua Bordo – oltre 200 uomini tra unità sul campo, anche d’elite, ed investigatori specializzati nella lotta alla mafia è il segno della chiara volontà del Governo e del ministro Minniti di compiere ogni sforzo al fine di ottenere risultati tangibili e immediati, a partire dall’individuazione del commando che ha ucciso i due innocenti agricoltori di San Marco in Lamis.
Altrettanto importante e strategico è l’investimento, da realizzarsi d’intesa con la Regione Puglia, in tecnologie per il controllo del territorio e il supporto all’attività d’intelligence.
Azioni e dati saranno coordinati ed esaminati a livello territoriale negli uffici del Reparto di prevenzione anticrimine che sarà istituito a San Severo, dove la criminalità organizzata è sempre più violenta ed aggressiva.
Adesso c’è da augurarsi che cambi, così com’è avvenuto per lo Stato, la percezione della pericolosità della ‘quarta mafia’ anche da parte di cittadini, imprenditori e sindaci, alcuni dei quali e in diverse circostanze hanno sottovalutato il fenomeno, addirittura pensando di poterci convivere.
La lotta alle mafie foggiane è diventata una questione nazionale per il Governo – conclude Michele Bordo – deve diventare adesso una questione di sopravvivenza per tutti noi che in Capitanata viviamo e operiamo”.