Martedì 5 Novembre 2024

Ucronia Foggia sulla strage di San Marco

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4 persone sono rimaste uccise in una sparatoria a San Marco in Lamis in zona stazione. La cronaca ci riporta i nomi delle vittime, un boss, il cognato e due testimoni incolpevoli. A questo episodio ne vanno sommati innumerevoli altri. Un comune sciolto per mafia (Monte Sant’Angelo) dove, dopo le elezioni, sorge nuovamente il sospetto di infiltrazioni. Un altro a rischio scioglimento (Mattinata). Omicidi a Apricena, a Vieste (una plateale esecuzione, davanti a tutta la clientela di un ristorante, in uno dei centri nevralgici del turismo del foggiano, accaduta pochissimo tempo fa). I nomi dei mandanti li conosciamo: c’è una mappa molto approfondita, pubblicata dalla stampa nazionale, che elenca e identifica le principali famiglie in lotta nel nostro territorio. Operano nelle estorsioni, nel traffico di droga e di armi, nello sfruttamento sistematico dei lavoratori delle campagne, non senza legami con il resto della criminalità organizzata e con la politica. Alla nostra terra lasciano i morti, i rifiuti e gli incendi, in una cornice che può essere definita di guerra, e che non ha nulla da invidiare alle guerre di mafia dei passati decenni. In tanti oggi hanno detto la propria: giornalisti, politici, associazioni. Il mantra comune è: ci vuole più Stato, ci vogliono le istituzioni. C’è chi vuole la DIA, chi vuole un rafforzamento del controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, proposta quest’ultima assai gettonata da numerosi personaggi politici, in perfetta linea con le decisioni prese a livello nazionale per ormai qualsiasi occasione: come se il ricorso alla militarizzazione delle nostre città sia la soluzione a tutti i mali.

Oggi il ministro dell’Interno, Marco Minniti, sarà a Foggia per incontrare le autorità e elaborare una risposta. Come studenti, non possiamo esimerci dall’unirci al coro di quelli che chiedono più Stato, se più Stato vuol dire più welfare, più tutele e più possibilità, per i territori e chi li abita, di uscire dalla marginalità. Auspichiamo che il ministro si orienti in questo senso. Sebbene i provvedimenti presi fino ad oggi vanno in altra direzione, quella della repressione e del securitarismo, fonti dello stesso sentimento di paura di cui le mafie si alimentano voracemente.

Noi pretendiamo che le istituzioni assumano un ruolo attivo per estirpare le mafie dalla base, e la sua base sta nella povertà, nell’emarginazione e nello sfruttamento. Crediamo fermamente che il primato nella lotta alla mafia spetti al mondo della formazione e alle istituzioni scolastiche. Sempre più infatti, con l’abbandono scolastico, la mafia utilizza gli studenti e le studentesse come manovalanza facile. Ovviamente la lotta alla mafia deve partire in primo luogo da noi cittadini che, purtroppo, ci crogioliamo nell’omertà nella speranza di non essere toccati, di non essere interpellati. Soprattutto in un paese come il nostro, dove le istituzioni sono quasi sempre assenti, bisogna che ci sia una riscossa da parte di noi studenti e studentesse. Perché come disse Paolo Borsellino:” Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”

Se non cambia la società, e non cambiano le politiche, la mafia continuerà a prevalere: il 21 marzo 2018 la manifestazione di Libera si terrà a Foggia, non a caso in questo nostro territorio stretto sempre più nella morsa a cui continueremo a ribellarci, come studenti e studentesse, praticando quotidianamente l’antimafia sociale, a partire da scuole ed università, fino ad ogni strada delle nostre città e periferie.

Il prossimo 21 marzo sarà quindi una data di rilancio tanto importante ed a cui prenderemo certamente parte, nella giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia, questa volta di impegno ne avremo davvero molto bisogno.

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