Domenica 22 Dicembre 2024

Silvia Ortuso Mazzone a “La vita in diretta” su Rai 1, un’esperienza toccante e partecipata per presentare il libro della propria vita

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Una storia al femminile, la storia di Silvia, bambina nel meridione degli anni 50 e 60 in una famiglia dolorosa, alla ricerca di amore autentico, delle proprie origini e di se stessa.

Silvia Ortuso Mazzone da anni abita a Manfredonia, la sua “piccola New York”, dice, ma non ha mai smesso di raccontare la storia della sua vita ed ha scritto un libro che si chiama “Ho mangiato pane verde”. L’ha presentato a “La Vita in Diretta”, ospite di Cristina Parodi, su Rai 1: venti minuti dedicati interamente a Silvia, nella fascia pomeridiana, quella ad ascolto più alto. Oltre all’intervista in studio, un collegamento da Monte Sant’Angelo, dove Silvia ha passato i primi anni della sua vita. Tutto ciò è avvenuto alla fine di aprile, ma il gradimento per quel passaggio televisivo e per il libro scritto da Silvia dura tutt’oggi, quando Silvia continua ad essere chiamata, interpellata, abbracciata, da tutte le persone che l’hanno riconosciuta e che le vogliono bene. Altri appuntamenti televisivi dovrebbero essere in programma.

Il libro di Silvia, “Ho mangiato pane verde – storia di Silvia” (edito da Andrea Pacilli Editore), è tuttora distribuito a livello nazionale. Il gradimento di questa storia, del libro e della storia di Silvia è stato nazionale: l’hanno cercata dal Friuli, dal Piemonte, da tutt’Italia; Silvia è stata ancora invitata a parlare ancora del suo libro, della sua vita.

Ma perché il gradimento riscontrato da Silvia e dal suo libro, dalla sua storia?

Perché, spiega Silvia, rappresenta un po’ la storia dell’Italia e degli italiani che sono nati e cresciuti nel dopoguerra, fra difficoltà enormi, problemi sociali ed economici, in un mondo oggettivamente più difficile rispetto a quello odierno anche se per alcuni versi più semplici. Io ho raccontato la mia storia, continua Silvia, perché volevo rappresentare la mia vita ma anche quella degli italiani che come me hanno dovuto soffrire e lottare per conquistare la propria felicità.

Silvia è una persona squisita, solare, ironica, e il racconto del suo libro fa capire come con l’amore si superano le situazioni più tragiche: voglio che la mia storia sia una testimonianza, ho raccontato già la mia vicenda ad Alda D’Eusanio, qualche anno fa, ed a Enza Sampò, ma la pubblicazione del libro “Ho mangiato pane verde” è stata una svolta perché le persone hanno potuto leggerla scritta nero su bianco, e riflettere. Mi hanno chiamato a testimoniare nelle scuole, perché, dicono, ogni donna ha diritto di parlare e di raccontare, ora più che mai.

Ma cosa racconta il libro? Silvia è una bimba adottata da una famiglia che si scopre essere problematica e sconta una concezione patriarcale della donna; Silvia resisterà al dolore fisico e morale, e troverà se stessa e le sue origini. Origini che però non saranno molto più facili da gestire, fino a riconoscere nel padre naturale (uno dei più grandi tenori dell’epoca) prima negato e poi amato, un punto di riferimento che la accoglierà con amore filiale. Un racconto che ha la forza di far riflettere su ciò che le donne hanno subìto da sempre e che tuttora subiscono. Il racconto di Silvia apre riflessioni su temi che spaziano dalla psicologia, alla sociologia, all’antropologia, ai modelli antropologici italiani e meridionali dell’epoca, al senso stesso della vita, ed alla possibilità di trasformare il dolore per mezzo dell’amore.

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Commenti

  • Scusate ma chi ha scritto questo articolo ? Sembra il risultato di un lavoro di “copia e incolla” neanche riuscito bene.

    Cittadina 03/08/2017 15:15 Rispondi

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