Anni fa scrissi qualcosa per il giornale ManfredoniaNews.it, denunciando la ricorrente puzza che s’avvertiva, in alcune zone della città, sul far della sera, forse dovuta al malfunzionamento del depuratore o alla sua totale disfunzione. Purtroppo nessuna attenzione ebbe quell’articolo da chi di dovere e sembra che il disturbo continui, con conseguente probabile rischio per la salute pubblica.
Avverto, perciò, l’obbligo di inviare di nuovo quell’articolo, perché chi nulla fece allora si ravvedi e s’attivi per accertarsi, almeno, dei termini della questione.
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Con una certa titubanza, perché dovrò parlarti di una storia che contiene obbligato riferimento a puzza e puzzette. Tu non ci crederai, ma per una di queste sgradevoli esalazioni abbiamo rischiato una vera guerra di famiglia e la cosa più grave è che i piccoli diavoli che portavo a bordo si sono scatenati peggio degli adulti, che sono solitamente intolleranti e guerrafondai.
Per spiegarmi meglio, prima che ti inquieti, giacché non riesci ad immaginare cosa diavolo io stia per dire e temi di vederti arrivare da un momento all’altro qualche colpo traditore sulla testa, ti racconto cosa mi è successo giorni fa, mentre andavo in auto lungo la strada che va dal distributore GPL della Esso fino alla successiva deviazione per Foggia, passando davanti allo stabilimento dell’ex Ajinomoto.
Ad un tratto il mio nipote più grande si rivolge al fratellino e gli fa: “La smetti di fare le puzzette?” . E lui: “Io non l’ho fatta, sei tu… anzi no, è lei”, disse indicando col ditino la cuginetta. E la piccola, arrossendo: “No, ti giuro che non l’ho fatta. Io non faccio le puzzette”. La storia – tra sei tu, è stata lei e giuramenti vari – stava diventando un po’ seccante, anche perché, oltre alle parole, cominciavano a volare schiaffi, mentre a nulla servivano i miei adirati inviti ad un comportamento più tranquillo e soprattutto meno rischioso per la sicurezza della guida. A quel punto, il più piccolo, che oltretutto porta il mio nome, mi punta deciso il ditino ed esclama: “È stato lui!”. Allora nell’abitacolo è piombato un marmoreo silenzio e tutti gli occhi si sono inchiodati su di me, che non sapevo come reagire a quell’atto d’accusa rivoltomi con tanta sicurezza dal sangue del mio sangue e gli ho solo detto: “Ma che dici? I nonni non fanno queste cose…”, respirando a fatica mentre lo dicevo. Poi ho capito che, per mettere fine alla contesa, in procinto di diventare davvero imbarazzante, occorreva solo chiudere le alette dell’aeratore, che stavano portando nell’abitacolo una terrificante puzza di mer..
Ora ti chiedo, Sindaco: perché in quel tratto di strada si sente tale puzza nauseante, al far della sera? Ed è mai possibile che nessun amministratore comunale sia mai passato di là ed abbia avvertito quell’indicibile olezzo? E cosa nasconde quella puzza rivoltante, da chi viene causata e quanto legittimamente viene causata? Intanto che tu provi a darmi una risposta, io t’invio, con odoroso sentimento, i miei più
Cordiali saluti.
Italo Magno