E’ finita sulla SS 16 la latitanza di un albanese classe ‘85 ricercato da un anno per il tentato omicidio di un connazionale avvenuto nel giugno del 2016 in Roma.
L’uomo, XHAHYSA Edmond, è stato fermato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Foggia a seguito di attività investigativa che ha permesso di capire come lo stesso avesse trovato rifugio nella zona tra Orta Nova e Foggia, aiutato da altri connazionali. Il XHAHYSA è stato bloccato sulla SS 16 all’altezza di Orta Nova alla guida di una BMW 320. Il dispositivo dei Carabinieri ha permesso di individuarlo e fermarlo evitando che lo stesso potesse tentare la fuga. L’uomo inoltre contava di farla franca in quanto all’atto del controllo esibiva un documento d’identità e una patente di guida intestate a un cittadino di nazionalità rumena e riportanti la sua effige fotografica, documenti di fatto identici a quelli originali. I militari che ben conoscevano il soggetto, lo hanno immediatamente condotto presso gli uffici del Comando Provinciale dei Carabinieri dove è stato sottoposto a riscontri dattiloscopici, che hanno permesso di rilevare la sua reale identità. Lo XHAHYSA infatti risultava ricercato da un anno circa in quanto riconosciuto autore insieme ad un complice di un tentato omicidio commesso in Roma.
La vittima è un 40enne albanese, accoltellato in strada e lasciato sanguinante sul marciapiede in Roma alla Via Silicella al Casilino, e soccorso da una pattuglia dei carabinieri che lo aveva notato riverso sull’asfalto con una ferita da taglio all’addome. Ricoverato in codice rosso al Policlinico di Tor Vergata era riuscito a salvarsi, fornendo agli investigatori dell’Arma particolari utili per l’identificazione di chi era stato poco prima ad accoltellarlo nel corso di un litigio.
I militari dell’Arma sono riusciti subito a risalire all’identità dei due albanesi responsabili del tentato omicidio, arrestandone immediatamente uno, mentre l’altro era riuscito a fuggire, rendendosi irreperibile.
La sua fuga tuttavia è finita a Foggia e ora si trova ristretto presso la Casa Circondariale dove oltre al tentato omicidio dovrà rispondere del possesso di documenti d’identità falsi.