Domenica 24 Novembre 2024

Scuola: istruzione o… comprensione?

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Alzi la mano chi non ha mai sorriso pensando alla libertà di cui godono i docenti durante il periodo estivo. Per il fatto che è un lavoro che impegna solo per mezza giornata e lascia il pomeriggio libero. Peccato che a guardar bene e da vicino, entrambe le affermazioni non siano affatto corrette. Oberati da impegni e responsabilità di cui mai si parla all’esterno, i docenti ormai passano a scuole giornate intere senza che questo gli venga riconosciuto né dalla società né dallo Stato. Quella del docente è la categoria maggiormente presa di mira non solo dagli studenti, ma anche dai genitori degli studenti che vanno giù pesanti nei giudizi e nei commenti spesso negativi. Sono pochi quelli che di battute non ne hanno mai fatte. Eppure il ruolo del docente e della scuola oggi va di pari passo a quello dei genitori e della famiglia. Compito arduo e difficile, sempre criticato, raramente apprezzato, reso ancor più complicato dall’interferenza spesso eccessiva delle famiglie che poca obiettività hanno nel giudicare il comportamento dei loro figli e non ultimo l’effettivo rendimento scolastico. A sentir loro, o meglio dovremmo dire “noi”, i ragazzi a casa sono bravissimi, studiano si impegnano… e’ colpa dei professori che non li capiscono e se li mettono sul naso, giudicandoli troppo severamente. SEVERITA’, parola chiave in via d’estinzione ai giorni nostri, bandita dalla società perché assolutamente preistorica. Oggi essere severi è da vecchi e da ottusi: COMPRENSIONE, ecco la parola moderna. Bisogna chiudere un occhio su tutto e capire che i ragazzi attraversano un momento difficile, che hanno problemi in famiglia, in società, esistenziali… Bisogna essere pazienti e tolleranti e se il ragazzo non ha studiato per un anno intero non è colpa sua, va quindi aiutato. E così grazie alla comprensione, si chiude un occhio a scuola, in famiglia poi, se ne chiudono due e così via fino alla resa dei conti: la ricerca di un lavoro e la capacità di assumersi delle responsabilità per diventare finalmente adulti. Abituati ad essere capiti e aiutati a qualunque costo, hanno difficoltà ad accettare che la colpa non è degli altri, ma forse quasi sempre la loro, che diciamolo francamente, la parola SACRIFICIO neanche la conoscono più.Cari ragazzi, senza ironia, siete la gioia e lo scopo della nostra vita, come mamma e come docente vi dico che stare con voi è un privilegio e uno stimolo continuo a dare il massimo per avere la vostra attenzione e il vostro impegno, la vostra ammirazione e la vostra stima e perché no magari anche il vostro affetto. Noi adulti, come genitori e docenti sbagliamo, perché non sappiamo e non riusciamo più ad essere severi, voi però, che di intelligenza ne avete da vendere, aiutateci e impegnatevi di più. Aprite gli occhi e svegliatevi, siate ambiziosi e ricominciate a sognare, perché i sogni si possono avverare se ci credete…, ma solo se ci credete davvero.

Ilenia Clemente

 

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